Giuseppe Villani, presidente del Consorzio Prosciutto San Daniele: “bene regolamento governo, lo aspettiamo”
La qualità di una DOP come il prosciutto San Daniele non può prescindere dalla sostenibilità. Il legame con l’ambiente in cui nasce, il solo comune del Friuli che gli dà il nome, ne impone la tutela, ma è necessaria anche un’attenzione crescente al benessere dei suini, che forniscono la materia prima, e alle persone coinvolte lungo tutta la filiera.
Il Consorzio di tutela sta cercando di accelerare questo cambiamento sempre più richiesto dai consumatori:
“La sostenibilità per noi si identifica con la parola eccellenza e con la parola qualità – ci ha detto Giuseppe Villani, presidente del Consorzio Prosciutto San Daniele DOP– Aggiungiamo anche la parola rispetto, per l’animale e per coloro che sono nel nostro ambiente, lavorano con noi”.
Di fronte a un mercato, sempre più attento alle pratiche green e all’autenticità dei prodotti, il Consorzio ha messo mano al suo disciplinare, lo strumento attraverso cui garantisce la qualità della DOP che nel 2023 ha visto 2,6 milioni di prosciutti prodotti con un fatturato pressochè stabile a 360 milioni.
“Abbiamo fatto una revisione modernizzando il disciplinare di produzione che ci ha consentito di semplificare una norma che risaliva al 1996 e renderla più adeguata ai tempi moderni – ha spiegato Mario Emilio Cichetti, direttore generale Consorzio prosciutto San Daniele Dop – nel frattempo, siamo agli esordi del nuovo disciplinare, abbiamo implementato il sistema informatico che sta alla base del sistema di controllo sia per la produzione dei prosciutti nei prosciuttifici che nella filiera”.
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Fonte: AskaNews.it