Dopo una serie di imprevisti, dal Covid alla peste suina africana, il Consorzio del Prosciutto di Parma DOP guarda al futuro senza trascurare la sostenibilità.
Livelli produttivi e consumi in lieve flessione (-5%) causati da una parte la minore disponibilità di suini, dall’altra i forti rincari dei costi lungo tutta la filiera, cui ha fatto seguito l’aumento del prezzo finale del prodotto.
Il Prosciutto di Parma DOP archivia un 2023 non semplice, con circa 7,4 milioni di cosce marchiate, a cui sta facendo seguito un ulteriore calo nell’anno in corso. Il comparto comprende circa tremila addetti nelle 130 aziende di stagionatura, tutte situate nella zona tipica di produzione, nell’area collinare del parmense.
Il Disciplinare del Consorzio del Prosciutto di Parma prevede la stagionatura al naturale – senza l’utilizzo di additivi quali nitriti e nitrati – di cosce di suini nati e allevati nei 3.600 allevamenti della filiera italiana DOP, in 11 regioni del Centro-Nord Italia.
“Prima del Covid – spiega Paolo Tramelli, marketing manager del Consorzio – lavoravamo 9 milioni di cosce di maiale, poi con la pandemia si è ridotta la produzione per ragioni operative (riduzione delle attività lavorative) e di mercato (chiusura della ristorazione). Finito il Covid è arrivata la guerra in Ucraina con il forte rincaro delle materie prime, tanto che cosce che prima costavano 3,60 euro al kg sono arrivate a 6,20 euro; oggi viaggiano intorno ai 5,80. Alle problematiche inflazionistiche si è poi aggiunta l’arrivo della peste suina africana che si sta diffondendo nei cinghiali anche in Italia e che ha portato alla chiusura di alcuni mercati esteri; una serie di tempeste che hanno colpito anche il mondo del Prosciutto di Parma che ora si sta assestando ai nuovi livelli sia produttivi sia di consumo e che deve continuare a fare mercato adeguandosi a questi vincoli esterni”.
Al vertice del Consorzio Prosciutto di Parma è stato nel giugno scorso rieletto Alessandro Utini, arrivato al secondo mandato consecutivo dopo aver guidato il Consorzio negli ultimi tre anni e con una lunga esperienza istituzionale all’interno dell`ente, di cui già fu presidente dal 2004 al 2005, oltre ad aver ricoperto il ruolo di vice presidente ed essere stato per oltre 20 anni consigliere di amministrazione.
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Fonte: Quotidiano Nazionale