Previsto un calo del -35% per la produzione di Olio di Oliva UE nell’annata 2022/2023, si temono gli effetti dei rialzi dei costi di produzione.
Nel corso del 2022, come accaduto a molte altre colture agricole, anche la produzione olivicola mondiale è stata condizionata negativamente dalle ricadute di un andamento climatico anomalo, siccità, ondate di calore prolungate, stress delle colture che ha limitato quantitativamente il raccolto in molti areali. Di conseguenza, le previsioni (formulate a metà anno) hanno stimato una produzione mondiale di olio di oliva di poco superiore a 2,8 milioni di tonnellate, cioè in calo del -12,6% rispetto al 2021. Nell’Ue-27, dove si concentrano più dei tre quinti (67,4%) della produzione olivicola globale, l’arretramento è stato previsto di intensità leggermente più contenuta, pari al -10,4%, per una produzione complessiva di 1,9 milioni di tonnellate (fonte: Usda).
Secondo stime previsionali più recenti, però formulate a fine estate (settembre 2022) il calo dell’Ue-27 sarà più consistente di quanto atteso, nell’ordine del -35%. Questo decremento porterebbe la produzione di olio di oliva comunitaria a scendere a 1,5 milioni di tonnellate (fonte: Copa-Cogeca). In tale scenario, i paesi più colpiti sono anche i due principali produttori comunitari di olio: Spagna e Italia. Più precisamente, la riduzione tendenziale attesa per il paese iberico è del -46%, una percentuale in linea con quella di Portogallo (-40%) e Francia (-44%). La produzione di olio d’oliva dell’Italia dovrebbe invece attestarsi intorno alle 330.000 tonnellate, ossia il 30% in meno rispetto all’anno scorso. In controtendenza è solo la Grecia (+29%), che però parte da livelli produttivi più bassi rispetto agli altri due paesi Ue affacciati sul Mediterraneo.
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Fonte: Food