La filiera produttiva legata ai prodotti certificati Dop vale 17 miliardi di euro
Baldrighi: «Troppe e gravi distorsioni nella allocazione delle risorse dei vari Piani»
«La Dop economy in Italia vale 17 miliardi di euro, eppure non ha ricevuto nessuna attenzione: né dalla legge di Bilancio, nè dal Pnrr e nemmeno dal Piano strategico nazionale che deve disegnare la nuova Pac». Non usa mezzi termini Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia, l`associazione che riunisce il 95% delle produzioni italiane a Indicazione geografica: il governo si è dimenticato dei Consorzi di tutela e dei loro prodotti. Oltre 800 fra Dop, Doc e Igp, 2oomila imprese coinvolte, un quinto del Pil, io miliardi di export
agroalimentare all`anno: a uno a uno, Baldrighi snocciola i numeri della potenza di fuoco di questa fetta dell`economia nazionale «portabandiera dell`Italia nel mondo». Proprio nessun aiuto, è andato alla Dop economy? «Solo 4 milioni di euro, che sono stati stanziati dal PSN per la promozione – precisa Baldrighi – e pensare che all`apicoltura sono andati 6o milioni, alla pasticceria 3o milioni e ai distretti del cibo ben 120. Se non è una stortura questa».
A far arrabbiare i Consorzi di tutela è soprattutto il fatto che i fondi allocati sono tutti andati a soggetti – come i distretti del cibo, per esempio – che sono nati da poco e che non hanno nemmeno le strutture adatte per gestirli in maniera organizzata ed efficiente: «I Consorzi di tutela sono organismi che esistono da anni e si sono sempre saputi gestire in modo autonomo dice Baldrighi – ci volevano norme specifiche per loro: poi si sarebbe fatto un bando, e si sarebbe stabilita l`assegnazione dei fondi ai progetti migliori. Oppure, si potevano prevedere misure specifiche a favore di singoli consorzi, con l`obbiettivo di sviluppare la commercializzazione dei prodotti oppure l`aumento della capacità di trasformazione delle materie prime». Invece, la parola “consorzi di tutela” non viene scritta mai da nessuna parte. «Un tentativo di fare qualcosa all`inizio c`è stato – ricorda Baldrighi – nelle prime fasi di discussione della manovra si era parlato di una riserva a favore delle Indicazioni geografiche. Poi, però, il risultato finale è stato uno stanziamento di 5o milioni destinato ai “prodotti dell`agroalimentare italiano di qualità” in generale». Una dichiarazione troppo ampia, perché possano essere considerati fondi appannaggio delle Dop. Se sul fronte della manovra di Bilancio i giochi ormai sono chiusi, su quello del Piano strategico nazionale – che dovrà pianificare l`applicazione in Italia della nuova Pac fino al 2027 – qualche margine di movimento c`è ancora: «Abbiamo fatto una disamina del Psn francese – racconta Baldrighi – e sa quante volte vengono espressamente citati i prodotti Dop e Igp? Quaranta. Nelle bozze del piano italiano nemmeno una».