Indicazione d’origine obbligatoria in etichetta per le carni suine utilizzate nei prodotti trasformati. Cioè, nei prodotti lavorati come iprosciutti e i salumi. La commissione europea ha dato il suo imprimatur al testo e i ministri delle politiche agricole, Teresa Bellanova, dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e della salute, Roberto Speranza, hanno firmato il decreto che rende vincolante l’indicazione sulle confezioni; questa andrà applicata fino al 31 dicembre 2021, cioè per il prossimo anno e mezzo, in via sperimentale.
Nel testo ci sono anche tre esenzioni all’applicazione del nuovo obbligo di etichettatura: una prima «manleva» è per i prodotti, che non soddisfano i nuovi requisiti di trasparenza previsti dal decreto: quelli immessi sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, potranno essere commercializzati «fino ad esaurimento delle scorte o, comunque, entro il termine di conservazione previsto in etichetta»;- il secondo esonero, più rilevante, è per i prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro stato Ue, o in Turchia, o in uno stato contraente dell’accordo sullo Spazio economico europeo: a questi non si applicano i vincoli del nuovo decreto;- la terza esenzione riguarda le indicazioni geografiche protette e le produzioni già tutelate da accordi internazionali.
IL CONTESTO. Il nuovo provvedimento non è un atto banale:a causa del Covid-19, i magazzini dei produttori di salumi, prosciutti e trasformati da carni suine sono pieni. Gli acquisti da remoto, durante il lockdown, hanno premiato l’imbustato rispetto al prodotto acquistato al bancone in gdo. La chiusura del canale ho.re.ca ha fatto il resto. Secondo un’analisi Coldiretti, «dall’inizio dell’emergenza sanitaria le quotazioni dei maiali tricolori si sono quasi dimezzate, scese a poco più di un euro al chilo. A preoccupare è l’invasione di cosce dall’estero per una quantità media di 56mln di “pezzi” che ogni anno si riversano nel Paese».
Fonte: Italia Oggi