Il Sole 24 Ore
Nulla sembra in grado di arrestare la discesa delle quotazioni del caffe. Non c’è riuscita l’epidemia di roya, fungo che da mesi sta devastando le piantagioni centroamericane, né ha avuto effetto la risalita del real, che secondo alcuni analisti avrebbe dovuto frenare le esportazioni del Brasile. Persino la caduta delle scorte nei magazzini di Borsa particolarmente accentuata nel caso del caffè robusta- ha lasciato indifferente i mercati dei futures: il robusta, scambiato al Liffe, è sceso di recente a livelli che nontoccava dal 2010 (1.582 dollari per tonnellata), mentre la varietà arabica è ai minimi da oltre 4 anni (110,30 cents per libbra ieri in chiusura). La discesa dei prezzi non è un fatto estemporaneo.
Il calo prosegue graduale e inesorabile dal 2010 – tre anni di fila di ribassi, una serie negativa che non si verificava dal 1993 – e non sembra prossimo a interrompersi. Per l’arabica in particolare gli analisti di Macquarienon intravvedo no una ripresa fino al 2015, quelli di Goldman Sachs nei giorni scorsi hanno tagliato del 7,7% le previsioni sul prezzo, che ora vedono fermo a 1,20 $ a tre, sei e dodici mesi. Un target che appare comunque ottimista rispetto ai livelli attuali.