Guida al miglior cibo di strada italiano» scritto da Mauro Rosati per Gribaudo editore (240 pagine; prezzo 12,90 euro) con la collaborazione ai testi di Grazia D’Agata, Stefano Carboni e Andrea Cuomo. L’autore, tra i massimi esperti dell’agroalimentare, ha setacciato l’Italia alla scoperta di sapori autentici tra chioschi e locali. Dalla pizza a portafoglio al trapizzino, invenzione tutta romana in quel di Testaccio, dalla piadina cracker alla polenta alla spina, nel libro sono racchiuse tutte le eccellenze del cibo di strada tra materie prime di qualità, appassionati street chef e ricette tradizionali e innovative i cui nomi da soli raccontano storie di luoghi e di tradizioni di tutto lo Stivale. Popizze, sgagliozze, gniummareddi, strazzata, ciarimboli, miaccia, miassa, puccia, maritozzo, tigella, tiella, grattachecca. Già ascoltando il suono di queste parole si intuisce che il cibo di strada italiano è unamusica diversa da quella della classica gastronomia; mai scontato, bello, invitante, sempre diverso a volte nella stessa città e soprattutto colorato. Il cibo povero della Penisola nasce come necessità di arrangiarsi con quello che c’era o si poteva comprare ma poi, attraverso il genio italico, si trasforma in vera e propria arte. Fino ad alimentare un fenomeno divenuto costume e che vede nascere festival dedicati al cibo da strada e una miriade di nuovi locali ispirati a ricette antiche presentate informa moderna.
Il Tempo