Anche Bruxelles tutela la DOP delle Venezie, da poche ore iscritta al registro europeo delle denominazioni. Un passaggio importante per la protezione sui mercati internazionali. Il presidente del Consorzio DOC delle Venezie, Albino Armani, che ha seguito ed accompagnato la nascita della denominazione, non nasconde la sua soddisfazione. «Dopo il riconoscimento della DOP del Pinot Grigio a livello nazionale, è iniziata una sfida identitaria che ha portato prima all’istituzione nel nostro Consorzio, nel 2017, e oggi all’iscrizione nel registro europeo della DOP Pinot grigio delle Venezie», commenta Albino Armani. «Si tratta di un evento di portata storica, meta di un percorso che è stato intrapreso con coscienza da tutti protagonisti della scena vinicola di Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto, capaci di accantonare campanilismi e fare squadra, in direzione di un concetto più ampio di tutela e promozione e a beneficio di un patrimonio comune, il Pinot grigio del Nordest, che rappresenta l`85% del Pinot grigio italiano e il 43% di quello mondiale», aggiunge.
Con l’approvazione del regolamento di esecuzione 2020/1064 che ne consente l’ingresso nel registro UE, la Commissione europea ha quindi iscritto il Pinot grigio «delle Venezie» in eAmbrosia, la banca dati delle indicazioni geografiche. Dopo le opportune verifiche e valutazioni, la Commissione ha ritenuto che la DOP avesse tutte le carte in regola per essere tutelata ed entrare a far parte del registro delle DOP e IGP, oggetto di protezione in sede di accordi bilaterali con gli altri Paesi.
Anche in Regione si brinda per il risultato. «È stato un iter lungo, durato oltre tre anni e non semplice che ha coinvolto Veneto, Provincia Autonoma di Trento e Friuli Venezia Giulia», afferma l’assessore veneto all’Agricoltura, Giuseppe Pan. «La collaborazione ha permesso di mettere da parte gli interessi dei singoli, per trovare un denominatore comune ovvero l’interesse per la valorizzazione del Pinot grigio e per la sua messa in sicurezza in tutta Europa. Oggi possiamo parlare della più grande denominazione di origine italiana, con 27mila ettari, di cui oltre la metà in Veneto, coltivati da diecimila viticoltori ed una produzione di 250 milioni di bottiglie», prosegue. La denominazione è anche molto veronese: sul territorio provinciale gli ettari vitati sono 4.636, sui 16.226 complessivi del Veneto e i 27.159 del Triveneto.
«L’ultima passaggio sarà il riconoscimento da parte del Ministero delle Politiche agricole del Consorzio come ente che potrà agire erga omnes, guidando la filiera verso le sfide che la attendono», conclude Pan.
Fonte: L’Arena