Il presidente del Consorzio delle Venezie Albino Armani: “I risultati del 2020 premiano il percorso di tutela qualitativa del prodotto”
Il Consorzio delle Venezie è stato creato nel 2017 come strumento di governo della DOP, nata l’anno immediatamente precedente, dalla comune volontà dell’intera filiera vitivinicola del Nordest d’Italia di creare il più grande modello di interazione sovraregionale, includendo in un’unica grande Denominazione – che nel 2020 raggiunge i quasi 29.000 ettari di vigneto – il Veneto, la Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Trento. Oggetto di tutela è il Pinot grigio, varietà internazionale che nel Triveneto ha trovato il proprio territorio d’elezione: qui viene prodotto in percentuale circa l’85% del Pinot grigio italiano e il 43% di quello mondiale, in un unico areale che va dalle Dolomiti al Carso, dal Lago di Garda fino alla Laguna di Venezia e all’Adriatico. Il legame tra Pinot grigio e Triveneto è storico, quasi da considerare questa varietà autoctona del territorio: è infatti verso la fine dell’Ottocento, ancora nel pieno del dominio asburgico, che arrivano in quest’area le prime barbatelle di Pinot grigio, che si sono ambientate perfettamente alle condizioni pedoclimatiche del territorio, registrando uno straordinario sviluppo produttivo.
Consortium ha intervistato Albino Armani, presidente del Consorzio, che da quasi quattro anni è impegnato a promuovere e tutelare questo eccezionale patrimonio viticolo del Nordest italiano, che è oggi la “Casa del Pinot grigio”.
Presidente Armani, tirando le somme di un anno decisamente complicato per l’economia mondiale, ci racconti come si è chiuso il 2020 per la DOC delle Venezie.
Non possiamo che dirci soddisfatti dei risultati. I dati parlano chiaro, la DOP delle Venezie chiude il 2020 con un + 4,7% sul 2019 (ovvero +10,5 milioni di bottiglie), che ricordiamo aveva già osservato una strepitosa crescita del +34% sulla stagione precedente. Il Pinot grigio rappresenta una categoria di prodotto che non tradisce le aspettative dei consumatori e siamo stati premiati per il percorso intrapreso nella tutela qualitativa a beneficio del consumatore. Nemmeno il Covid-19 è riuscito ad arrestarlo e questo trend è confermato anche dalle altre Denominazioni del territorio che tutelano il vitigno. Per quanto riguarda la nostra DOP in particolare, parliamo dei numeri davvero incoraggianti, comunicati dall’organismo di controllo, ovvero quasi 214 milioni di contrassegni distribuiti da Triveneta Certificazioni. È innegabile che l’anno appena concluso sia stato a tratti altalenante, in particolare il primo semestre, incluso chiaramente il primo lockdown, complice l’incetezza generale del comparto e di tutta l’economia a livello mondiale, ma abbiamo tenuto duro e osservato, nel corso dei mesi, un andamento in linea o in lieve crescita con le medie stagionali degli ultimi due anni. Merito per questo bilancio positivo va anche al dinamismo dei nostri imbottigliatori, italiani ed esteri, per aver creduto nella nostra Denominazione e aver contribuito in modo significativo alla sua crescita in termini sia di imbottigliato che di valore. Importante infatti il contributo dei nostri partner oltreconfine, che tra Germania (47%), UK (21%), USA (12%), Canada (6%) e Austria (5,19%) hanno messo in bottiglia a fine anno 192.793 hl di cui il 12% già dell’ultima stagione produttiva, assoggettandosi al piano delle vere impegnandosi a rispettare il disciplinare di produzione sotto la supervisione di Triveneta. Sono infine lieto di constatare che sempre più ci stiamo accreditando tra i grandi player mondiali, che ripongono piena fiducia nei nostri standard qualitativi.
Parliamo di mercati e in particolare degli USA, Paese trainante per la DOP in termini di export. Quale è stato il trend negli States nel 2020 e quali sono le aspettative per il nuovo anno?
Gli Stati Uniti, che assorbono quasi il 40% del nostro prodotto certificato, si sono dimostrati fedeli partner e alleati anche in epoca di pandemia e crisi economica. A fine anno abbiamo deciso di esaminare il fenomeno e di affidarne un’indagine alla società britannica Wine Intelligence, che è poi stata avvalorata dagli interventi del MW Nicholas Paris, direttore del Global Sourcing alla E. & J. Gallo Winery e Sandro Sartor, AD di Ruffino e Constellation Brands, nel corso del forum organizzato nell’ambito dell’ultima edizione di Wine2wine. C’è stata a tutti gli effetti una crescita della frequenza di consumo di Pinot grigio che si è spostata – per forza di cose – all’interno dell’ambiente domestico, slegandosi dalla cosiddetta food occasion. Come ha confermato il nostro partner statunitense E&J Gallo, questo ha portato a una ulteriore fidelizzazione del consumatore nei confronti di questo vino che già conosceva e nella difficoltà, le persone volevano qualcosa di cui potersi fidare, perché non sapevano cosa sarebbe successo. E ora, forti di questa consapevolezza, diventa necessario lavorare sulla nostra immagine e fare in modo che il Pinot grigio lover scelga noi per tutte le specifiche di certificazione e qualità contenute nel concetto di Denominazione d’Origine, ma soprattutto tutti i valori che la DOP delle Venezie porta con sé: territorio, storia e tradizione.
Quali sono dunque le novità generali in cantiere per il 2021? Ci saranno nuovi e particolari progetti legati alla comunicazione e alla valorizzazione?
Una delle novità più imminenti è la presentazione della Modifica del Disciplinare che permetterà di riportare il termine riferito al colore rosato in etichetta. Sul fronte della comunicazione, come dicevo, è in corso un’operazione di branding di grande portata. Ora, a pochi mesi dal riconoscimento ministeriale e dall’attribuzione dell’incarico a svolgere le legittime funzioni di promozione, valorizzazione, tutela, vigilanza, informazione, il Consorzio è chiamato a trasmettere efficacemente il significato e i valori intrinsechi della nostra DO – territorio delle Tre Venezie, tutela e certificazione, storia e tradizione, il tutto inserito nel contesto del made in Italy – partendo dalla costruzione di un’immagine di forte impatto mediatico che ci distingua nella vastità dell’offerta e dai competitor internazionali, per continuare solo successivamente con una mirata strategia di comunicazione. I consumatori sono sensibili ai valori della DOP ma devono essere loro illustrati nel modo più efficace possibile: un ulteriore stimolo per la crescita del Pinot grigio delle Venezie.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2021_01