Nel 2022 le Camere all’estero hanno aiutato 51mila imprese a posizionarsi sui mercati
Far crescere a due cifre la percentuale delle PMI esportatrici, superare quota 100 miliardi di export agroalimentare, fare della digitalizzazione e della sostenibilità le vere leve competitive del made in Italy all’estero, incrementare i flussi del turismo di ritorno e la loro spesa, aumentare l`interesse degli investitori esteri verso l’Italia.
Sono i cinque obiettivi prioritari sui quali lavora Assocamerestero con le CCIE (le Camere di commercio italiane all’estero), in raccordo con Unioncamere e la rete dei 6o enti camerali in Italia. Una filiera che da oggi e per 4 giorni riunisce nel Piceno, a Colli del Tronto, oltre 200 rappresentanti per discutere delle politiche per l`internazionalizzazione del business italiano e delle prospettive di sviluppo dell`export del nostro Paese.
L’obiettivo è chiaro: “Spingere le imprese che hanno la potenzialità a intraprendere un primo percorso più strutturato di internazionalizzazione o ad avviare un meccanismo di penetrazione dei mercati esteri, per affermare e consolidare la propria presenza”, dice Mario Pozza, presidente di Assocamerestero. Dalla pandemia, il sistema delle Camere all’estero è uscito più coeso, più qualificato e più innovativo e, in questi anni, l’azione si è gradualmente spostata verso le nuove frontiere dell’internazionalizzazione, dalla digital economy alla sostenibilità, per stare al passo delle imprese.
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Fonte: Il Sole 24 Ore