Localismo e comunicazione per rilanciare l’attualità del marchio IGP della Pesca e Nettarina di Romagna
L’estate è la stagione delle pesche e nettarine, tra i pochissimi prodotti che vedono consumi in ripresa in un contesto di calo generalizzato degli acquisti. Le pesche e nettarine, nonostante abbiano dovuto affrontare i medesimi problemi degli altri prodotti, cali produttivi dovuti agli effetti del cambiamento climatico, aumento dei costi, problemi inflattivi, nel 2023 registrano un +3% sull’anno precedente.
Un dato importante rafforzato proprio in Emilia-Romagna dove, nonostante tutto, i produttori hanno ripreso ad investire e puntano sull’innovazione varietale. In questi anni, secondo dati CSO Italy, si è assistito proprio in questa regione a uno spostamento dalle varietà acide a quelle subacide/dolci: nel 2016 quasi il 70% era concentrato su varietà acide, oggi le varietà dolci si avvicinano al 45% del totale.
Innovazione che si esplica anche in un interesse verso le pesche piatte: oltre il 5% degli investimenti degli ultimi tre anni ha riguardato, sempre in Emilia Romagna, questa tipologia di prodotto.
La Romagna, nonostante i cali di superfici del recente passato, è la patria indiscussa delle nettarine con il 25% dell’intera superficie nazionale.
E i produttori non desistono, continuando a giocare un ruolo chiave per questa specie riconosciuta con l’Indicazione Geografica Protetta fin dal 1998.
Il valore del legame prodotto/territorio è solido per la nettarina di Romagna e oggi è più che mai attuale se si considera che i prodotti locali sono privilegiati da un numero sempre più elevato di consumatori.
Le ricerche sul localismo in ortofrutta evidenziano tendenze molto significative che si riflettono con grande forza sulle pesche e nettarine di Romagna IGP. Negli ultimi anni, infatti, il valore del prodotto locale è diventato sempre più significativo per i consumatori di ortofrutta; diversi studi e ricerche hanno infatti evidenziato che i consumatori sono disposti a pagare di più per frutta e verdura prodotte localmente, attribuendo un valore aggiunto a tali prodotti per una serie di motivi che vanno dalla qualità percepita alla sostenibilità ambientale.
I dati chiave:
Preferenze di acquisto: Un’indagine condotta nel 2022 ha rivelato che il 60% dei consumatori preferisce acquistare prodotti ortofrutticoli locali rispetto a quelli importati, citando la freschezza e il sapore superiore come principali motivi.
Disponibilità a pagare: Secondo un report del 2021, i consumatori sono disposti a pagare fino al 20% in più per prodotti ortofrutticoli locali rispetto a quelli non locali. Questo trend è particolarmente forte tra i consumatori più giovani e quelli più consapevoli dal punto di vista ambientale.
Impatto economico: Il mercato dei prodotti ortofrutticoli locali ha visto una crescita annuale del 7% dal 2018 al 2023, contribuendo significativamente all’economia rurale e supportando i piccoli produttori locali.
Tra le motivazioni, rilevate dalle ricerche, che spingono i consumatori ad acquistare prodotti locali sono molto interessanti.
C’è il supporto all’economia locale perché acquistare prodotti ortofrutticoli locali significa supportare i produttori locali e le economie rurali. Questo è visto positivamente da molti consumatori che desiderano contribuire al benessere della propria comunità.
La Trasparenza e l’autenticità sono elementi chiave per i consumatori consapevoli e desiderosi di sostenere il territorio.
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Fonte: Consorzio Tutela Pesca e Nettarina di Romagna