La Gazzetta di Caserta
«La Confagricoltura ha sempre sostenuto che la risoluzione dei problemi commerciali del comparto bufalino passa anche e soprattutto attraverso un processo di tracciabilità della produzione del latte di bufala e della conseguente mozzarella prodotta» – afferma Raffaele Puoti, presidente di Confagricoltura Caserta. «Per avviare un buon processo di tracciabilità, devono essere definiti a priori: caratteristiche del prodotto che si intende realizzare; caratteristiche delle materie prime che entrano nella realizzazione; processi che entrano nel ciclo produttivo. La tracciabilità riguarda, quindi: le materie prime che devono essere controllate nel rispetto delle caratteristiche attese e, se conformi, entrano nel ciclo produttivo; la trasformazione delle materie prime; il controllo dei semilavorati in uscita.
È possibile, così, identificare tutti i punti nodali del sistema di tracciabilità, al fine di garantire il percorso a ritroso (rintracciabilità) e la possibilità di individuare la causa di una non conformità. Duale, quindi, è il processo di rintracciabilità per cui si risale indietro nella catena costituente per ricercare l’evento che ha determinato una deviazione da ciò che era atteso.