Il 2015 potrebbe essere l’anno della svolta per la coltivazione del riso in Italia: dopo un lustro di continua riduzione della superficie coltivata, e dopo un 2014 di incerto recupero, nel 2015 può consolidarsi la ripresa. L’Ente nazionale risi ci va coi piedi di piombo: ufficialmente prevede uno scatto di soli 500 ettari in più. Ma gli operatori della filiera risicola alzano la stima a 5.000 ettari in aggiunta ai 220.000 dell’anno passato. E se lo cose andassero così sarebbe un incremento tutt’altro che simbolico. Anche se la situazione di sfondo, non va dimenticato, resta problematica per il riso come per quasi tutto il settore agricolo in Italia.
Ma come mai si prospetta questo possibile recupero della superficie coltivata a riso? Enrico Losi, funzionario dell’area mercati dell’Ente risi, segnala un motivo contingente e un altro che potrebbe rivelarsi strutturale (sia pure con tutte le riserve del caso). Il motivo contingente è dato dal relativo declino delle coltivazioni di mais: «Negli scorsi anni le quotazioni internazionali del mais avevano raggiunto livelli molto alti – spiega – e in parallelo era cresciutala superficie coltivata a granoturco in Italia. Poi i prezzi internazionali sono rifluiti dai massimi, e il mercato del mais, per come è strutturato, è molto sensibile alle oscillazioni. La conseguenza è che una parte dei coltivatori italiani stanno ri-orientando la loro produzione dal granoturco al riso».
Fonte: La Stampa