Punto centrale del convegno “Go Precision Sheep” del progetto che vede capofila il Consorzio di tutela del Pecorino Toscano DOP, che unisce allevatori e ricercatori, è che si ottengono pecore più produttive e felici grazie all’agricoltura di precisione. Migliorare l’allevamento ovino e la qualità del latte, con ricadute sui prodotti finali e sulla competitività delle aziende, attraverso un’agricoltura di precisione che ottimizzi le produzioni foraggere e favorisca una maggiore tutela e valorizzazione dei terreni puntando anche su formazione, nuove tecnologie e continua innovazione. Il progetto “GO Precision Sheep – Agricoltura di precisione e qualità del latte ovino”, oltre al Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP, ha partner scientifici il Centro di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa e l’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, insieme a Asso.Na.Pa, Associazione Nazionale della Pastorizia e Aedit srl, società spin-off accademico della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha sviluppato il prototipo di una app rivolta agli allevatori per gestire la produzione agricola, l’alimentazione e l’allevamento delle pecore e la qualità del latte ovino.
Il progetto è stato portato avanti, nell’ambito della misura 16.1 del Piano di Sviluppo Rurale PSR FEASR 2014-2020, da un gruppo operativo in rappresentanza di tutti i soggetti coinvolti che, nei giorni scorsi, ha presentato i risultati della fase finale di analisi e raccolta dati a Grosseto, nell’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Agrario “Leopoldo II di Lorena”, alla presenza anche delle classi quarte e quinte dell’Istituto.
Verso una crescente qualità e innovazione. “L’incontro – afferma Andrea Righini, direttore del Consorzio tutela Pecorino Toscano DOP – ha presentato azioni e obiettivi dopo il confronto fra il mondo degli allevatori e quello accademico, partendo dalla situazione attuale dell’allevamento ovino in Toscana, evidenziando le criticità nella produzione del latte e valorizzando le innovazioni che è possibile apportare per incrementare l’efficienza e la sostenibilità del settore, con particolare attenzione al Pecorino Toscano DOP”.
“La rivisitazione dei sistemi foraggeri – ha detto il professor Enrico Bonari, dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – deve partire da una poliannualizzazione delle colture e dalla riscoperta di specie troppo spesso dimenticate, ma ricche di proprietà nutritive per gli ovini. L’alternanza nelle colture, inoltre, può favorire la fertilità e la redditività dei terreni in ottica sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico, prevenendo il rischio di erosione e contrastando il fenomeno dell’abbandono, attuale anche in Toscana”.
Fonte: Consorzio di tutela del Pecorino Toscano DOP