I prodotti che portiamo a casa dai supermercati e che imbastiscono le nostre tavole, prima di essere i protagonisti di ricette sfiziose e creative, sono soprattutto i testimoni di un tempo che non c’è più: in quei cibi, ritroviamo l’eredità di tradizioni antichissime che si sono trasmesse di generazione in generazione e che sono arrivate fino a noi. Perciò, ho pensato di raccontarvi di un prodotto che racchiude dentro di sé quest’anima antica e che, allo stesso tempo, appagherà la nostra voglia di mare, conducendoci verso le coste cristalline della Sardegna e ancora oltre, per esplorare le sue terre selvagge e brulle: è il pecorino sardo DOP!
Vista l’unicità e la particolarità del prodotto, già nel 1996 gli viene affidato il più prestigioso dei marchi, la Denominazione di Origine Protetta, e viene registrato come “Pecorino Sardo DOP”, diventando uno dei prodotti caseari d’eccellenza del territorio. E sempre nello stesso anno, il 2 luglio, viene istituito il relativo Consorzio di tutela, il quale, nel 2002, ottiene il riconoscimento ufficiale come unico Organismo di rappresentanza della DOP Pecorino Sardo, e il compito di tutelarlo, promuoverlo e valorizzarlo, vigilando sugli abusi e contraffazioni. Nel 2014, però, dall’Unione Europea è stata approvata un’importante modifica del disciplinare, richiesta dal Consorzio, per estendere la protezione della Denominazione anche al “Pecorino Sardo Maturo DOP grattugiato” e al “Pecorino Sardo DOP nelle due tipologie Dolce e Maturo” immesso al consumo in scaglie, cubetti, petali, fette e snack. Questa richiesta di modifica era stata portata avanti per venire incontro alle esigenze del consumatore, il quale ricerca dei prodotti di alta qualità, ma che siano allo stesso tempo facili da reperire e di consumo immediato. Quindi, che sia mangiato a fette grosse o sottili, in scaglie o a cubetti, fate attenzione perché il formaggio crea dipendenza!
Il pecorino sardo non è come gli altri formaggi di pecora che si producono nell’isola, come il Fiore sardo oppure il celebre Pecorino Romano: la materia prima è la stessa, ma è la lavorazione a fare la differenza. Come nel caso del gorgonzola DOP, anche per il pecorino sardo è protetto da un rigidissimo disciplinare di produzione.
Fonte: ILGIORNALEDELCIBO.IT
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