È tra i primi a essersi conquistato la DOP che da 25 anni contraddistingue la sua produzione.
Una certificazione che il Pecorino Romano si porta appresso, sui mercati nazionali e oltre Oceano, un biglietto da visita che garantisce un’alta qualità per i palati più prelibati. Un successo che ha portato alla ribalta la Sardegna, a cui fa capo quasi tutta la produzione (il restante nel Lazio e pochissimo in Toscana), ossia i 340mila quintali nell’ultima campagna 2020-2021. Una produzione che genera un fatturato di 50o milioni all’anno, tanto da fare del Pecorino Romano DOP la seconda voce del PII sardo, dopo i prodotti petroliferi. Tutto ha inizio nel 1951, con la firma della convenzione di Stresa, momento storico per la tutela delle Indicazioni Geografiche, primo passo verso la tutela internazionale dei formaggi DOP e IGP. Settant’anni, i primi 70, della denominazione d’origine festeggiati nel weekend, a Bergamo: in prim a fila il Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, che ha celebrato questo speciale compleanno con un regalo ai suoi estimatori e consumatori. «Stresa ha rappresentato per il pecorino romano, cosi come per altri formaggi, l’inizio della sua affermazione sia produttiva che commerciale», dice il presidente Gianni Maoddi, presente con gli altri consorzi, il sottosegretario all’Agricoltura Gianmarco Centinaio e Paolo De Castro, coordinatore S&D per la commissione Agri del Parlamento europeo. Un formaggio che vale anche sotto il profilo green, essendo quello con la minore impronta ambientale, prodotto nel totale rispetto dell’ambiente. Il settantesimo anniversario è stato festeggiato nell’ex monastero di Astino, durante il Dairy Culture and Civil isation Forum, nell’ambito della manifestazione “Forme Future – Antichi saperi e nuove conoscenze”, un convegno per ricordare la convenzione, firmata il primo giugno 1951, punto di partenza – è stato sottolineato – di un percorso che in questi anni ha portato il sistema delle DOP e IGP a incrementare il proprio valore economico, sociale e territoriale, divenendo pilastro fondamentale del settore caseario nazionale.
Fonte: L’Unione Sarda