In Calabria, ma più in generale nel Meridione d’Italia, si parla di scarsa aggregazione e cooperazione tra le aziende. Anche se in parte è vero, è luogo comune immaginare i calabresi come poco propensi all’associazionismo: pochi consorzi, poche cooperative, molta frammentazione, persino in quello che è il settore primario. Esistono realtà che però forniscono un esempio di quanto sia realmente possibile fare.
“La cooperazione costituisce la via di successo per un’agricoltura moderna, capace di reggere il mercato globale”. A dichiararlo è Pietro Tarasi, presidente del Consorzio di Tutela della Patata della Sila IGP. Nel 2002, grazie all’opportunità offerta dall’Ue con i Progetti Integrati di Filiera, da pioniere qual è, Tarasi immaginava quello che oggi è divenuto il Consorzio Produttori Patate Associati PPAS . L’aggregazione, partita con meno di 20 aziende agricole conferenti, conta oggi oltre 80 produttori.
In quasi venti anni, il Consorzio PPAS ne ha fatta, di strada: ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto di Montagna e la certificazione comunitaria IGP (Indicazione geografica protetta); ha pianificato l’ammodernamento delle aziende coinvolte e accentrato il confezionamento, il marketing, la comunicazione e soprattutto la commercializzazione, affidata al direttore Albino Carli, giovane professionista autoctono che ha deciso di mettersi in gioco e a disposizione del territorio.
E per il 2020, quali le novità? “Tante novità per il 2020 e per gli anni a seguire. Particolare attenzione sul fronte ambientale e della sicurezza alimentare, con un lavoro costante e meticoloso al fine di raggiungere la totalità di aziende certificate con standard GlobalGAP e garantire un prodotto a residuo zero – conclude Carli – Sono inoltre allo studio nuovi packaging per ridurre l’impatto ambientale e soprattutto l’utilizzo della plastica. Infine, il PPAS sta collaborando con i dipartimenti di Economia e di Farmacia dell’Università della Calabria su interessanti linee di ricerca per lo sviluppo di nuovi processi e prodotti, utilizzando gli scarti di lavorazione delle patate”.
Fonte: Freshplaza.it