Con un aumento delle intenzioni di semina tra il 15 e il 20%, la Patata del Fucino IGP conferma il suo appeal tra i produttori dell’altopiano abruzzese dopo una prima campagna dai risultati ritenuti molto soddisfacenti.
È stato pari a 5 euro al quintale il valore aggiunto portato dalla certificazione che nel Fucino, a differenza di altre parti d’Italia, riguarda tutte le varietà del tubero e che ha interessato, nel suo debutto ufficiale del 2016, un’areale di circa 460 ettari con oltre 167mila quintali di prodotto raccolto. «Siamo partiti con il piede giusto – conferma il direttore del Consorzio di tutela, Mario Nuccio – e ora dobbiamo migliorarci. Sono oltre un centinaio i soci consorziati che hanno confermato gli ettari a IGP (Indicazione geografica protetta), gran parte dei quali aderenti all’unica Organizzazione di produttori presente, vale a dire l’Associazione marsicana produttori di patate».
A questi si aggiungono un’altra trentina di produttori ad arricchire una filiera che comprende anche otto confezionatori, un’impresa di lavorazione e otto intermediari. Una platea destinata ad ampliarsi rapidamente nel vasto altopiano del Fucino dove, dei 12mila ettari complessivi, oltre un terzo è coltivato a patate. Anche per questo il Consorzio di tutela, dal febbraio scorso nel pieno dei suoi poteri e delle sue funzioni, si è messo subito al lavoro. Allo studio c’è «un progetto di proposte di disciplina regolamentare, con misure di carattere strutturale e di adeguamento tecnico». Sono fmalizzate al miglioramento qualitativo delle produzioni in termini di sicurezza igienico-sanitaria, ma soprattutto delle caratteristiche chimiche, fisiche organolettiche e nutrizionali del prodotto.
«La ricerca – spiega Nuccio – dovrà essere un nostro cavallo di battaglia costante. Abbiamo infatti la possibilità di certificare qualsiasi tipologia che qui viene qui coltivata e dunque c’è l’opportunità di aumentare ulteriormente la qualità del prodotto attraverso nuove varietà. Un processo, questo, che dovrà andare di pari passo con un’adeguata campagna di comunicazione per veicolare meglio il prodotto, renderlo pienamente riconoscibile, dargli quel giusto valore che merita per le peculiarità organolettiche che esprime: la patata del Fucino ha infatti un elevato contenuto di fosforo e potassio». Nell’altopiano abruzzese si producono ogni anno 1,6 milioni di quintali di patate, per un giro d’affari, solo legato al valore di mercato del prodotto, che si attesta intorno ai 50 milioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Agrisole