Il riconoscimento IGP è stato sicuramente un valore aggiunto che ha premiato gli agricoltori. La Patata del Fucino IGP, chiude il 2020 con un buon risultato, cresce la produzione del 23%, nonostante la pandemia.
Un’ottima annata per la Patata del Fucino IGP, che spopola sui mercati. Meno bene la qualità Agria, ancora nei magazzini. Un raccolto tra luci ed ombre quello della stagione passata. Nel Fucino sono stati prodotti 430mila quintali di patate a marchio IGP. Un risultato importante che ha superato del 23% la produzione dell’anno precedente (nonostante la pandemia mondiale e l’assenza dei braccianti bloccati, nei loro Paesi d’origine). «La certificazione ha una doppia valenza, sia per il consumatore che per l’agricoltore. Il primo ha una garanzia in più perché il produttore deve attenersi a un disciplinare preciso», ha spiegato Sante Del Corvo, dirigente di Covalpa, d’agricoltore riesce invece a imporre il suo prodotto certificato sul mercato a qualche centesimo in più e in questo periodo è sicuramente un importante risultato. L’ agricoltura è un ciclo, quest’anno la patata non è andata benissimo, ma la patata IGP sì». Anche il direttore del Consorzio di tutela IGP Patata del Fucino, Mario Nucci, ha confermato che «la patata certificata ha avuto un ottimo risultato. Il riconoscimento IGP è stato un valore aggiunto, ha premiato gli agricoltori che si sono associati e hanno puntato sulla certificazione».
Fonte: Il Centro