La Campania delle produzioni agroalimentari di alta qualità è una certezza confermata dai numeri divulgati da Ismea: 23 produzioni a Indicazione Geografica (13 DOP e 10 IGP) e due STG (Pizza Napoletana STG e Mozzarella SG) che incidono, numericamente, per oltre l’8% sul totale dei riconoscimenti nazionali. Il numero di operatori coinvolti in queste produzioni supera le 3.000 unità, spalmati su quasi i 2.000 ettari di superficie. Facendo leva su questi dati, il Consorzio di tutela Pasta di Gragnano IGP, ha organizzato, presso Città della Scienza, «Ligami di pasta» un incontro-confronto con l’obiettivo di riunire i maggiori marchi certificati in grado di garantire, attraverso nuove sinergie, un’accelerazione di posizionamento del brand «Campania» nel mondo.
«I fondi di investimento – ha spiegato Giuseppe Di Martino, presidente del Consorzio della Pasta di Gragnano IGP – sono entrati nell’Indicazione Geografica dimostrando di credere nel valore immateriale del marchio. “Fare insieme”, con gli altri produttori certificati, renderebbe la Campania insuperabile all’estero». Oggi le cifre della Pasta di Gragnano IGP sono importanti: 10mila quintali al giorno di produzione (esportati per il 70%) che registrano un fatturato totale di 250 milioni. Ma il dato più significativo è che Gragnano rappresenta il 5% della forza lavoro del settore in Italia.
I dati del monitoraggio annuale Ismea-Qualivita rilevano che le imprese dell’industria alimentare campana sono 8.612,ovvero il 12% sul totale nazionale. Inoltre, il saldo tra le nuove aperture e le chiusure nel settore è stato sempre positivo negli ultimi anni e lo stock di imprese alimentari regionali è cresciuto nel 2016 a un tasso doppio di quello nazionale (+1,4% rispetto allo 0,7% del Paese) e quasi del 4% tra il 2012 e il 2016. Un settore così importante deve essere ovviamente fortemente proiettato verso l’estero. Nel 2016 le esportazioni agroalimentari della Campania hanno superato i 3 miliardi di euro (l’8% del totale export agroalimentare nazionale) in crescita del +2,2% rispetto al 2015.
Fonte: CorrierEconomia – Corriere del Mezzogiorno