Sole 24 Ore – Agrisole
«L’ultimo atto di un percorso durato nove anni e teso a irrobustire la conoscenza del nostro prodotto presso il consumatore». Così Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano DOP, commenta l’entrata in vigore l’1 marzo 2013 dell’obbligo di confezionamento in zona di produzione. In base a questa misura, tutte le operazioni di taglio e confezionamento del formaggio grattugiato e in porzioni, con e senza crosta, devono essere effettuate esclusivamente all’interno della zona di origine, al fine di garantire la qualità, la tracciabilità e il controllo. Con la sua entrata in vigore si completa l’applicazione della rosa di riforme previste dalla modifica al disciplinare di produzione del Parmigiano reggiano. «Si tratta di una misura di straordinaria importanza – continua Alai – che potenzia la tutela del consumatore, tanto più se pensiamo che la vendita e il consumo sono sempre più orientati al prodotto già confezionato in porzioni disponibili nelle catene della grande distribuzione. Dunque, il confezionamento in zona evita qualunque manipolazione impropria del prodotto e renderà più efficaci la azioni di contrasto alle frodi che troppo spesso colpiscono il nostro settore». In realtà, la norma sarebbe dovuta entrare in vigore alla fine dell’agosto scorso. Ma a seguito del sisma che ha colpito l’Emilia e la zona del mantovano nel maggio 2012, le autorità nazionali hanno concesso una deroga di sei mesi alle imprese interessate. Quali sono dunque le prospettive del comparto Parmigiano reggiano alla luce di queste nuove conquiste? Risponde Alai: «Poiché è nostra intenzione potenziare la commercializzazione del prodotto verso i mercati esteri, la strategia sarà quella di far conoscere sempre meglio il Parmigiano reggiano al consumatore, offrendogli quegli strumenti indispensabili per riuscire a identificare questo prodotto rispetto a un altro». E continua: «Per difendere efficacemente il formaggio più imitato al mondo abbiamo capito come la strada migliore sia quella della difesa, che passa anzitutto attraverso l’evoluzione della conoscenza».
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