Bertinelli presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano: “Non abbiamo mai smesso di guardare oltre la crisi e di progettare un nuovo modo di essere Consorzio”
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano è l’ente di tutela fondato nel 1934 che associa tutti i produttori di formaggio Parmigiano Reggiano. Ancora oggi, il Parmigiano Reggiano si produce sostanzialmente come quasi mille anni fa: con gli stessi ingredienti (latte, sale e caglio), con la stessa cura artigianale e con una tecnica di lavorazione che ha subito pochi cambiamenti nei secoli, grazie alla scelta di conservare una produzione del tutto naturale, senza l’uso di additivi. Il Parmigiano Reggiano DOP deve essere fatto rispettando le stringenti regole del Disciplinare di produzione. Innanzi tutto, deve essere prodotto nella zona di origine che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova alla destra del fiume Po e Bologna alla sinistra del fiume Reno – una superficie di circa 10.000 km2. In questa zona devono avvenire la produzione di latte, la trasformazione in formaggio, la stagionatura fino all’età minima, il confezionamento e la grattugiatura del Parmigiano Reggiano DOP. Per conoscere le attività e i programmi di valorizzazione di questa eccellenza italiana, Consortium ha incontrato il presidente Nicola Bertinelli.
Per il Parmigiano Reggiano DOP il 2020 non è stato solo l’anno del Covid-19, come avete reagito e come affronterete il 2021?
Il 2021 non è semplicemente un nuovo anno ma è un nuovo corso per il Consorzio Parmigiano Reggiano. Siamo usciti a testa alta da un anno difficile, forse il più duro che la nostra generazione abbia vissuto. Siamo stati messi alla prova e non abbiamo ceduto, abbiamo superato i dazi, il Covid-19 e la crisi dei prezzi. La parola giusta per iniziare l’anno è un semplice grazie: ai nostri caseifici, agli allevatori e a tutte le persone che con passione e determinazione rendono grande la nostra filiera.
Cosa farete concretamente?
In tutti questi mesi non abbiamo mai smesso di guardare oltre la crisi e di progettare un nuovo modo di essere Consorzio. L’assemblea di fine dicembre 2020 ha segnato un passo importante per il Consorzio Parmigiano Reggiano: è stata riproposta l’intenzione di costruire il futuro del prodotto anche attraverso un rinnovato rapporto di coordinamento e collaborazione con tutta la filiera. L’obiettivo centrale è innalzare ulteriormente i livelli di benessere animale. Sarà inoltre fondamentale la collaborazione con le catene distributive affinché Parmigiano Reggiano DOP sia valorizzato nell’ultimo metro: tramite un’etichettatura che ne racconti le distintività e l’unicità, e anche attraverso un corretto posizionamento a scaffale. Solo grazie a un gioco di squadra ben strutturato riusciremo a posizionare il Parmigiano Reggiano DOP su una traiettoria di crescita solida e di lungo periodo.
Il benessere animale è un tema molto importante per il consumatore, lo è anche per il Consorzio Parmigiano Reggiano?
Benessere animale e tipicità del prodotto sono da sempre un pilastro essenziale della strategia del Consorzio, oggi come in passato. Si pensi al regolamento di alimentazione delle bovine, che ne prevede una basata sui foraggi – fieno ed erba – e il divieto di utilizzo di insilati. Inoltre, i limiti di tempo per il trasporto del latte dalla stalla al caseificio assicurano una presenza diffusa nel territorio della produzione e un reticolo di approvvigionamento in cui il caseificio diviene baricentro del latte proveniente dall’area circostante.
Quali sono le nuove esigenze dei consumatori e cosa chiedono al Parmigiano Reggiano DOP?
Oggi i mercati manifestano nuove richieste nei confronti dei produttori e una DOP come il Parmigiano Reggiano, conosciuta in tutto il mondo e con un’ottima reputazione, deve affrontare queste nuove sfide anticipando i cambiamenti, per governarli al meglio. La maggiore novità è che i consumatori sono oggi molto sensibili al tema del benessere animale; e in questa direzione richieste concrete e pragmatiche vengono manifestate dalla distribuzione moderna, sia nazionale che estera, che impone capitolati sempre più precisi anche su questo tema.
Qual è la risposta del Consorzio a queste necessità? Come vi state muovendo?
Per cogliere questi stimoli e trasformarli in valore per il prodotto e per la filiera di produzione, l’assemblea di dicembre ha previsto, nel bilancio preventivo 2021, un primo stanziamento molto importante: 3,5 milioni di euro. Questo investimento nasce in una prospettiva pluriennale e punta a promuovere comportamenti virtuosi degli allevamenti della filiera finalizzati a migliorare gli standard di benessere animale nelle singole filiere del caseificio. La volontà di attuare un processo di miglioramento serio, rigoroso e concreto trova una ulteriore conferma nel coinvolgimento, nell’apposita Commissione sul benessere animale, anche dell’associazione Compassion in World Farming (CIWF). Solo ascoltando tutte le componenti che a vario titolo sono coinvolte, potremo offrire ai consumatori risposte concrete e coerenti alla reputazione del nostro prodotto.
Passando alla filiera, chi beneficerà dei fondi messi a disposizione?
Lo strumento punta a premiare chi, grazie a investimenti e miglioramenti recenti, è già oggi oltre i livelli medi comprensoriali e chi si impegnerà a ottenere, nel corso del 2021, un miglioramento concreto. La misurazione del livello di benessere animale sarà effettuata dai veterinari del Consorzio e si baserà sul modello Crenba/ Classyfarm.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2021_01