Il Parmigiano Reggiano DOP, che esporta ogni anno quasi 7mila tonnellate nel Regno Unito, teme un no deal che aumenterebbe la concorrenza dei fake sul mercato inglese e potrebbe generare nuovi dazi in un mercato già provato dalla pandemia.
Il Regno Unito è il quarto mercato estero per il Parmigiano Reggiano DOP con 6.969 tonnellate di prodotto importato nel 2019.
In caso di no deal, non ci saranno cambiamenti significativi dal punto di vista della protezione del marchio perché Parmigiano Reggiano DOP è un marchio registrato nel Regno Unito e gode della protezione legale che si estende anche al termine parmesan. Ma la preoccupazione è forte per diversi motivi: dal rischio di convergenza di possibili nuovi dazi ai riflessi di una probabile crisi economica post-Covid che impatterebbe sulla capacità di spesa delle famiglie Oltremanica.
Se i prodotti agroalimentari italiani venissero lasciati senza protezione europea, l’intero comparto subirebbe la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione realizzati all’estero e nei paesi extra UE. Un esempio recente è avvenuto qualche mese fa, quando il Consorzio è intervenuto per eliminare da Selfridges un prodotto illegale denominato “grated italian style Parmesans”. Il prodotto non conteneva affatto Parmigiano Reggiano: era composto da una miscela di anacardi, lievito alimentare, sale dell’Himalaya, aglio e olio al tartufo. A seguito della richiesta del Consorzio, l’azienda ha eliminato ogni riferimento alla DOP dal proprio marchio.
Con l’eventuale no deal c’è il rischio che questi casi aumentino e, soprattutto, che i consumatori non siano più protetti. Le persone sono sempre più attente all’autenticità del cibo che portano in tavola e, proprio per questo, il Consorzio del Parmigiano Reggiano continua a combattere l’uso improprio del termine “parmesan” ed evocazioni simili per garantire al consumatore che quando chiedono Parmigiano Reggiano venga loro servito l’autentico Re dei Formaggi.
“Un altro rischio potenziale associato alla Brexit è che nel Regno Unito venga implementata una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane, come l’etichetta nutrizionale a ‘semaforo’ che si sta diffondendo nella maggior parte dei supermercati del Regno Unito e che respinge ingiustamente gran parte dei prodotti Made in Italy con lo status di DOP. C’è poi il rischio di nuovi dazi, scenario che i consorzi dovranno gestire in coordinamento con l’Unione Europea. Da tenere presente inoltre che lieviteranno i costi del Consorzio di tutela per la vigilanza in UK, in quanto uscendo dall’UE, non sarà più valida la norma della tutela ex-oficio: le azioni di tutela e vigilanza saranno pertanto completamente a carico dei consorzi di tutela” ha commentato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
Fonte: Consorzio Parmigiano Reggiano