Corriere del Mezzogiorno
Si fa presto a dire pane. Quello di Altamura, merita un’attenzione in più e un marchio di riconoscimento, assegnatogli, proprio per le sue peculiarità il 19 luglio del 2003 dall’Unione Europea. Un marchio, quello Dop, (denominazione di origine protetta) che fa la differenza e che rende questo pane unico e speciale. C’è tutto un processo di lavorazione particolare che porta alla realizzazione di questo prodotto che contraddistingue quel territorio e la Puglia intera. Sì perché è stato stimato che dei 600 quintali che vengono quotidianamente prodotti dalle panetterie della zona, il 20% è destinato al mercato locale, il resto è destinato a prendere il via e a farsi apprezzare in altre zone del Bel Paese e non solo. Per avere riconosciute le sue peculiarità, il processo di panificazione è lungo e caratterizzato da fasi ben precise che si susseguono con rigore. Si parte dalle semole. Grano duro, naturalmente, ma ottenuto dalla macinazione di quattro varietà: appulo, arcangelo, duilio e simeto. Varietà prodotte in una specifica fascia di territorio e che possono essere macinate da sole o insieme. Non mancano accorgimenti circa l’umidità, la temperatura dell’acqua che viene usata nell’impasto e altre attenzioni tali da rendere il pane di Altamura quello che è.