La presidente Zamperini: “Promozione e coesione territoriale per diventare l’icona enologica del paesaggio simbolo della Toscana nel mondo”
Nata nel febbraio del 2000, l’Orcia DOP raccoglie nella sua area di produzione dodici comuni a sud di Siena (Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia, Trequanda, parte dei territori di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena). Si tratta di un paesaggio culturale iscritto nella lista dei siti Unesco, fatto di spazi agricoli e pastorali, ma anche città, villaggi e case coloniche, solcato dalla via Francigena, costellata di abbazie, locande, santuari e ponti.
I Vini Orcia DOP sono espressione di un territorio che è connubio di arte e paesaggio, spazio geografico ed ecosistema, in equilibrio fra le caratteristiche naturali e la testimonianza della gente che vi abita. Il paesaggio duro, accidentato delle crete, si alterna a quello più morbido delle colline con la macchia mediterranea, vigneti e uliveti; la Val d’Orcia è un eccezionale esempio di disegno del paesaggio nel Rinascimento. Il disciplinare di produzione della denominazione prevede le tipologie: “Orcia” (uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese) e “Orcia Sangiovese” (con almeno il 90% di Sangiovese) entrambe anche con la menzione Riserva in base a un prolungato invecchiamento (rispettivamente 24 e 30 mesi tra botte di legno e bottiglia).
Fanno inoltre parte della DOP il bianco, il rosato e il Vin Santo. A oggi sono 153 gli ettari di vigneti dichiarati su un totale potenziale di 400 ettari. La produzione media annua si attesta intorno alle 255mila bottiglie realizzate dalle circa 60 cantine nel territorio, di cui oltre 30 socie del Consorzio di tutela, che dal 2014 ha l’incarico di vigilanza e promozione Erga Omnes nei confronti di tutti i produttori della denominazione. Il Consorzio di tutela si occupa di promuovere la denominazione attraverso azioni varie, dal web alla segnaletica sul territorio, passando per incoming di giornalisti e buyers da tutto il mondo. Sono ormai di riferimento eventi territoriali tra cui proprio l’Orcia Wine Festival.
Dal 2022 a presiedere il Consorzio dei produttori dell’Orcia DOP è la giovanissima Giulitta Zamperini. Classe 1990, nata a Siena, ma cresciuta a San Quirico d’Orcia, la nuova presidente del Consorzio della DOP Orcia è perito chimico. L’amore per la terra e per il vino le arrivano dal padre Luca, che ha fondato l’azienda nel 1999. Nel 2011 Giulitta Zamperini è stata tra i fondatori della delegazione Onav Siena, della quale tutt’oggi fa parte.
“Al termine del mio secondo mandato come vicepresidente – racconta a Consortium Giulitta Zamperini – grazie al sostegno dimostratomi dagli altri consiglieri e all’opportunità di crescita che mi è stata data nell’affiancare una presidente come Donatella Cinelli Colombini, ho deciso, seppur con un po’ di timore, di rendermi disponibile a questo passaggio di testimone, ottenendo l’incarico per portare avanti insieme al Consiglio, gli importanti obiettivi per la crescita della Denominazione e contando sulla continuità dell’ottimo lavoro svolto sino a oggi dal precedente percorso”.
Quali sono gli obiettivi di questa “emergente” denominazione toscana?
Tra i principali obiettivi c’è sicuramente quello della salvaguardia del paesaggio agricolo, uno tra i più belli del mondo, meritatamente sito Unesco. Un paesaggio che crea valore economico e dove si registrano ogni anno, in media circa 1,4 milioni di presenze turistiche, con un milione di escursionisti, molti dei quali sono anche gli stranieri che hanno case di proprietà nella zona. Non a caso il 65% delle aziende vitivinicole dell’Orcia DOP è impegnato anche nell’ospitalità con un agriturismo o un servizio di ristorazione. Senza contare che la maggior parte di queste strutture è come un museo all’aria aperta, un “museo del paesaggio” con punti panoramici unici al mondo.
Ma cosa si intende per “vino più bello del mondo”?
Siamo stati i primi a coniare il termine e da questo punto di vista siamo stati dei visionari che hanno però saputo cogliere l’evoluzione di un territorio che negli ultimi trent’anni si è imposto agli occhi del mondo come esempio di Buongoverno e meta sempre più ambita dai turisti. Occorrerà quindi rafforzare e consolidare il rapporto tra vino, paesaggio ed enoturismo perché essere parte di una DOP che si estende all’interno di un sito Unesco è un onore quanto un onere, e proprio per questo motivo dovremo attivare azioni per intercettare i nuovi consumer che corrispondono al profilo degli “Orcia lovers” partendo dal potenziamento della sinergia tra cantine, strutture ricettive, produttori e, naturalmente, il Consorzio. Il tutto attraverso un’attenta programmazione delle attività pianificate nel tempo.
Quali azioni state portando avanti nello specifico?
Intanto stiamo lavorando molto sulla promozione, anche integrata, del territorio. A questo proposito per esempio abbiamo organizzato un evento dedicato alla stampa generalista e di settore in occasione del Festival del Tartufo delle Crete Senesi. Una dozzina di giornalisti da tutta Italia sono arrivati nel territorio per conoscere i vini, ma soprattutto le persone che sono alla loro origine e altre eccellenze come il tartufo appunto. A questo abbiamo poi legato una masterclass in novembre, sempre dedicata alla stampa, in questo caso più di settore, per raccontare le “sfumature” del nostro Sangiovese. In questa ottica poi abbiamo già in programma azioni di incoming di stampa entro il primo semestre dell’anno 2023.
Insomma presidente Zamperini, promozione con gioco di squadra sono i vostri segreti per cercare di emergere sempre più.
L’Orcia DOP, secondo il nuovo Consiglio, deve ambire a diventare e ad essere percepita come l’icona enologica del paesaggio simbolo della Toscana nel mondo. Il prossimo mandato consortile sarà caratterizzato anche per l’attivazione di canali di informazione interna e il coinvolgimento diretto di tutti i soci già appartenenti al Consorzio, perché possano sentirsi parte di un ingranaggio indispensabile per il perfetto funzionamento della struttura; d’altra parte, saranno attivate forme di dialogo e coinvolgimento diretto delle aziende che ancora non sono all’interno del Consorzio, per ampliarne la base associativa e crescere nei numeri e nei soci. Per quanto riguarda i progetti, sarà portato avanti e a conclusione il progetto di inserimento della “Toscana” nell’etichetta della DOC, già partito con la precedente amministrazione, per potenziare la riconoscibilità nei mercati esteri. Mentre, come obiettivo più a lungo termine, sarà avviato il percorso per il passaggio da DOC a DOCG.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2022_04