Italia Oggi
Un disegno di legge delega per riformare entro due anni l’intero comparto agroalimentare a colpi di decreto. Usando, se è il caso, anche le leve tributaria e previdenziale per favorire i giovani. E attivando nuovi strumenti per facilitare il credito e intervenire a sostegno dei prodotti colpiti da crisi di mercato. Il tutto attraverso una raffica di dlgs attuativi, che entreranno in vigore per silenzio assenso, se trascorsi 40 giorni le competenti commissioni parlamentari non rilasceranno i pareri di competenza. E tutto con l’obiettivo di arrivare a un codice unico delle norme vigenti in materia di prodotti agricoli e alimentari. Ieri il consiglio dei ministri ha varato il provvedimento che punta a «modernizzare» e a riordinare l’intera disciplina nei settori agricoltura, agroalimentare, pesca, acquacoltura e foreste. Un’operazione che il dicastero guidato da Nunzia De Girolamo definisce una primizia, visto che il comparto vale da solo il 17% del Pil italiano. E che, per la prima volta, esplicita uno scopo preciso: «favorire l’ammodernamento delle filiere agroalimentari gestite direttamente dagli imprenditori agricoli», anche «attraverso la costituzione di appositi organismi di coordinamento». Che tradotto significa supportare iniziative a filiera corta già presenti nel paese, come i punti vendita delle Coop Qui da Noi di Fedagri Confcooperative, le molteplici iniziative Campagna Amica di Coldiretti e quelle in fase di sviluppo della Cia, sotto l’insegna La spesa in Campagna.