Europarlamento nuovo, Europa vecchia, anzi vecchissima. Si riparte dal NutriScore che Francia e Germania vogliono imporre a tutto il continente.
Come si sa l’Italia è contrarissima al NutriScore , ma lo scontro non è tanto sull`etichetta, ma su chi debba e come produrre il cibo da dare agli europei. Del NutriScore si tornerà a discutere appena insediata l`assemblea di Strasburgo.
La legge era stata accantonata agli inizi dello scorso perché gli stessi promotori dell`etichetta a semaforo avevano chiesto tempo per sistemare l`algoritmo. Di cosa si erano accorti? Che definire l’olio extravergine di oliva un nemico della salute quando, per esempio, negli Stati Uniti la severissima Food and drug adminstration lo classifica come alimento-farmaco, forse era sbagliato. Così come ignorare del tutto se negli alimenti siano presenti o meno additivi chimici non è un gran bel vedere.
Eppure l`ideatore dell`etichetta a semaforo, il professor Serge Hercberg non sente ragioni: solo il mio – osa dire – è il sistema giusto per informare i consumatori. E nell`imminenza del dibattito al Parlamento europeo, dopo aver ricordato che l`Italia si oppone al NutriScore perché costretta dalle lobby agricole e dei produttori di formaggi e salumi, sentenzia: «Solo la scienza dovrebbe guidare le decisioni politiche nel campo della salute pubblica. La scelta di un unico logo nutrizionale armonizzato per l`Europa, come previsto dalla Commissione europea nell`ambito della strategia Farm to Fork, deve rispondere solo a questo requisito, per garantire che tale logo sia favorevole alla salute dei consumatori, che deve essere l`obiettivo principale di una misura di questo tipo. NutriScore è l`unico logo nutrizionale di cui sia stata scientificamente dimostrata l`efficacia e il beneficio per i consumatori e la salute pubblica».
E qui però interviene l’OMS. L`organizzazione diretta da Tedros Adhanom Ghebreyesus, divenuto famoso e non sempre per cose positive ai tempi del Covid, ha appena pubblicato un rapporto che le multinazionali, ma anche la Commissione europea, tendono a tenere nascosto.
Il Rapporto si intitola: Commerciai determinants of non communicable diseases in the Who European Region, cioè Determinanti commerciali delle malattie non trasmissibili nella regione europea dell`Oms, e afferma che le industrie multinazionali piegano la ricerca per favorire il loro mercato.
Nell’introduzione si legge: «Le ricerche sponsorizzate dalle aziende alimentari danno quasi invariabilmente risultati favorevoli allo sponsor anche quando ricerche finanziate in modo indipendente dimostrano il contrario».
E tanto per stare sui numeri l’Oms afferma: «Quattro segmenti aziendali – tra cui gli alimenti ultra-processati dalle multinazionali – causano 19 milioni di morti all`anno a livello globale, ovvero il 34% di tutti i decessi. Nella sola regione europea, queste industrie sono responsabili, in tutto o in parte, di 2,7 milioni di morti all`anno uccidendo ogni giorno almeno 7 mila persone. E lo fanno attraverso strategie di marketing mirate, ingannando i consumatori e facendo false affermazioni sui benefici dei loro prodotti o sulle loro credenziali ambientali. E attraverso la manipolazione delle evidenze della ricerca». Giusto perché si sappia, del NutriScore degli alimenti ultra-processati proprio non si occupa, anche se Serge Hercberg sostiene che «un indicatore nutrizionale non può tenere conto di tutto».
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Fonte: Panorama