“Oliveti Aperti” alla scoperta di una Liguria nascosta e insolita. Un fine settimana intenso e particolare al sapore di bruschetta. L’olio è l’olio di Imperia e delle sue colline, ed è imperativo che venga promosso. Per questo Il Consorzio di tutela dell’Olio extra vergine di oliva DOP Riviera Ligure insieme alla Fondazione Qualivita di Siena hanno organizzato due giorni di visite e assaggi su e giù per il promontorio ligure.
Obiettivo la valorizzazione dell’Olio Extra Vergine di oliva Riviera Ligure DOP e del turismo esperienziale legato al territorio olivato ligure e alla forte vocazione olivicola della regione, che si svolge in contemporanea al grande evento diffuso “Oliveti Aperti”. Un fine settimana che, per la prima volta, ha visto coinvolte tutte le aziende di produzione di Olio Riviera Ligure DOP, con frantoi, strutture ricettive, musei e altri tipi di attività presenti in Liguria: tutte realtà che concorrono alla promozione del territorio e del suo forte legame con l’olivicoltura.
Un press tour che ha guidato i giornalisti al di fuori dei tradizionali itinerari turistici, in compagnia di Patrizio Roversi, “Turista per Olio”. Un percorso alla scoperta del mondo rurale e dell’enogastronomia tipica della Riviera Ligure, attraverso oliveti percorsi anche in mountain bike o a piedi. Molto interessante la lezione sulla realizzazione dei famosi muri di pietra a secco che formano le famose terrazze liguri. Il Consorzio di Tutela dell’Olio Extra Vergine di Oliva DOP Riviera Ligure, riconosciuto dal Mipaaft, rappresenta olivicoltori, frantoiani e imbottigliatori e ha fra i suoi obiettivi la tutela di un prodotto dalle caratteristiche uniche. Svolge inoltre un’azione di promozione e vigilanza dell’Olio Ligure nelle sue tre menzioni geografiche (Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante) per offrire ai consumatori una qualità d’olio tra le più ricercate dagli intenditori.
Fondazione Qualivita, da oltre 18 anni opera per la promozione e valorizzazione del settore agroalimentare di qualità a livello internazionale, e grazie al ruolo di mediatore svolto nell’ambito delle attività di lobbying a livello europeo, è diventata punto di riferimento per coloro che gravitano intorno al comparto agroalimentare, e in questa occazione ha affiancato il Consorzio di tutela dell’Olio Riviera Ligure DOP per la realizzazione del programma di “Oliveti Aperti”.
Lo scopo che si sono rpefissi è stato quello di educare il consumatore, a riconoscere e saper scegliere l’olio extra vergine di oliva di qualità; mostrare come le aziende di produzione di olio abbiano sempre più frequentemente caratteristiche di multifunzionalità (oltre alla produzione di Olio Riviera Ligure DOP, spaziano dalla ricezione, alle proposte di corsi di cucina e di attività varie sul territorio); evidenziare il forte valore ambientale dell’olivicoltura ligure, permettendo di vivere direttamente la realtà dei terrazzamenti con i muretti a secco, oggi patrimonio immateriale dell’Umanità per l’Unesco; dimostrare come la sinergia fra imprese diverse impegnate in uno stesso progetto possa avere ricadute positive sul territorio dando vita a un’offerta turistica integrata.
Lucinasco è stata la prima tappa del press tour: un paesello circondato da oliveti secolari.
L’area di visita prescelta offre sia il cantiere della costruzione del muro a secco che le passeggiate a piedi o in bicicletta su di un anello di strada bianca e una breve esperienza immersiva su di un ancestrale tracciato mulattiero tra gli olivi. Il cantiere del muro a secco mostra la tecnica antica che ha reso tutto il territorio olivato ligure terrazzato. Pietra e terra, non serve altro. Muniti di guanti, i giornalisti hanno appreso concretamente le poche e semplici regole che permettono di innalzare il muro.
Si tratta di una tecnica protostorica che oltre alla semplice manualità richiede tempo, pazienza e fatica. Il percorso pedonale-ciclabile si è snodato fra oliveti e frutteti delle zone rurali denominate Ciappe, Cà Sottane, Rio della Maddalena, Roggi e Ciapin. Un reticolo di percorsi in pendenza che sembra infinito, utilizzato fino a poco più di cinquant’anni fa, a piedi, con il mulo o con i buoi. Visitare Lucinasco significa fruire del sistema di museo diffuso, con indicazione delle principali strutture di impiego rurale sul territorio e con diverse esposizioni in paese, la ricostruzione della casa contadina, del frantoio a trazione animale e umana (gumbo a sangue), della cantina, della stalla, degli attrezzi da lavoro e il museo di arte sacra con opere eccezionali.
Fonte: Blog Il Giornale.it
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