Le imprese produttrici di Oliva Ascolana del Piceno DOP che nello scorso autunno hanno fondato un Consorzio hanno ottenuto l’ok dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Avranno l’incarico di tutelare e soprattutto di valorizzare la denominazione Oliva Ascolana del Piceno DOP che comprende l’oliva in salamoia e la famosa oliva ripiena.
Il Consorzio – che si presenterà alla cittadinanza nei prossimi giorni con una iniziativa pubblica – ha eletto come componenti del Consiglio di amministrazione Ugo Marcelli, Isabella Mandozzi, Giovanni Clerici, Luigi Tempera, Augusto Migliori e Primo Valenti. In seno al CdA è stato eletto presidente Primo Valenti e vicepresidente Isabella Mandozzi.
“E’ doveroso ricordare – si legge nella nota inviata dal presidente – che nel 2005 grazie ad un intenso lavoro interdisciplinare delle più qualificate e generose professionalità locali, durato circa un decennio, venne assegnato dall’Unione Europea il più alto marchio di tutela giuridica della qualità alimentare, la DOP, in ragione del nesso indissolubile tra l’eccellenza del prodotto gastronomico e la coltivazione olivicola della varietà ‘ascolana tenera’ nell’ampia area del disciplinare, che da Ascoli Piceno si estende fino a Fermo e Teramo. Il valore aggiunto culturale, sociale ed economico della filiera produttiva – prosegue la nota – che esalta il lavoro di agricoltori, allevatori e trasformatori, potrà ora estrinsecare le sue potenzialità e la sua filiera produttiva dovrà consolidarsi per remunerare in modo soddisfacente tutti i soggetti coinvolti, contribuendo anche al rilancio del turismo locale”.
Saranno diversi gli obiettivi del Consorzio: promuovere la diffusione della conoscenza tra la cittadinanza della denominazione d’origine protetta e del suo disciplinare; orientare la produzione agricola dei Comuni coinvolti all’impianto della varietà ascolana tenera e alla successiva certificazione delle piante da parte dell’organismo di controllo, sul presupposto che la selezione genetica sia orientata alla produttività. Infine sensibilizzare gli esercenti all’approvvigionamento del prodotto DOP, alla formazione del personale e alla adeguata valorizzazione nella offerta commerciale.
Fonte: Il Resto del Carlino