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Dopo i vini toscani, che hanno battuto per vendite all’estero i rivali francesi, si apre la stagione dell’oro verde e si annuncia un’altra annata trionfale. Soprattutto perché è la prima campagna dopo l’entrata in vigore della legge salva-olio, con le ferree norme anticontraffazione e l’innalzamento dei parametri di qualità, volute da Coldiretti, che puntano a valorizzare il prodotto Made in Italy. Il teatro dell’alzata di sipario sul 2013 dell’olio in Toscana è stato il podere Carraia, a Petroio, nel territorio di Trequanda, una delle città dell’olio più note. A officiare il Benvenuto all’olio nuovo del 2013, oltre al padrone di casa Franco Bardi, presidente del consorzio Terre di Siena DOP
il presidente del Consorzio di tutela Olio extravergine Toscano IGP Fabrizio Filippi e il vertice di Coldiretti Siena, Fausto Ligas. E sono stati loro a suonare le trombe del riscatto, dopo un paio di annate poco brillanti per l’olivicoltura del Granducato. L’assaggio del primo olio ha fatto da preludio a un 2013 che chiuderà con un raccolto generoso e una ualità superba per l’olio d’oliva toscano. Musica per le orecchie delle 77mila imprese che hanno l’olio e per gli oltre 100mila addetti, tra occupati diretti e stagionali (circa 3mila le assunzioni di quest’anno), che rappresentano la colonna vertebrale del settore nella regione. Secondo la Coldiretti, mettendo insieme la vendemmia e la campagna delle olive, l’agricoltura toscana ha dato lavoro a 5mila stagionali, cifra assolutamente da non disprezzare, considerando la situazione negli altri comparti. Secondo l’Istat, in Toscana gli occupati in agricoltura sono oltre 52mila. Anche le quotazioni rispettano la ventata d’ottimismo, considerando che sono superiori del 30% rispetto alle prece stiche organolettiche».