Produttori: una delle migliori annate degli ultimi dieci anni, produzione triplicata rispetto al 2022 e rincari di circa 2 euro al chilo
Produzione in salita e qualità eccellente. La campagna olearia nel Pescarese, attualmente in corso, porta il segno più sia in termini quantitativi che di risultato finale e lo scenario è in controtendenza con il resto d’ Italia e del mondo.
LA PREVISIONE
Se in tante regioni, la produzione si è ridotta, a causa del clima impazzito con piogge durante la fioritura e, successivamente, siccità e alte temperature che hanno messo a dura prova gli uliveti, è andata meglio nella provincia di Pescara, che vanta la DOP Aprutino pescarese, la prima in Italia, in quello che viene definito il triangolo d’oro tra Loreto Aprutino, Pianella e Moscufo. Qui l’allegagione (cioè la fioritura) è stata buona, dal momento che la varietà di olive maggiormente diffusa, la Dritta, è precoce.
La previsione che arriva da Coldiretti Abruzzo sulla produzione 2023 a livello regionale è di circa 12 mila tonnellate di olio, superiore alla media registrata tra il 2018 e il 2021, paria quasi 9 mila tonnellate. «Nel Pescarese, la produzione è abbondante», evidenzia Luciano Di Massimo, presidente di Abruzzo Oleum, cooperativa che conta 10 mila produttori olivicoli, di cui 8 mila solo nella provincia di Pescara. “I dati del 2023 sono in triplicazione rispetto al 2022, che era stata un’annata disastrosa. Quest’anno, invece, la fioritura arrivata dopo le piogge, con un tempo favorevole che è stato asciutto e con temperature di 24-25 gradi, e la mosca controllata, stanno rendendo la campagna per il Pescarese una delle migliori degli ultimi 10 anni”.
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Fonte: Il Centro