Verona, e il Veneto, vanno in controtendenza rispetto al resto d’Italia per quanto riguarda l’olivicoltura, preparandosi ad affrontare un’annata decisamente in positivo. Secondo un’analisi di Coldiretti, Unaprol (associazione del settore) e Ismea (ente pubblico, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), le prime stime di produzione di olio extravergine d’oliva vedono un -22%, situazione causata principalmente dalle anomalie climatiche che hanno colpito soprattutto il Sud, senza dimenticare gli effetti del batterio Xylella, che ha devastato gran parte degli uliveti del Salento, in Puglia.
Nel Veronese, secondo Coldiretti e Aipo Verona (Associazione interregionale produttori olivicoli) le olive si presentano in ottimo stato e gli olivi sono in salute. «I parassiti non hanno creato problemi di rilievo, anche grazie all’attenta attività di monitoraggio attuata da Aipo su 282 posti di controllo sparsi sul territorio regionale, a cui si sommano i monitoraggi settimanali di Coldiretti per la cimice asiatica», sostengono le due associazioni.
Le notti fresche e le giornate calde stanno lavorando a favore di oli di elevata qualità. La produzione stimata sul territorio scaligero è di 152.950 quintali di olive su 3.500 ettari con 665mila piante. A livello regionale la superficie olivetata è di 5.000 ettari, con una stima di produzione di oltre 213mila quintali di olive. Il Veronese è caratterizzato da due denominazioni di origine protetta: il Garda DOP, che comprende i comuni del Lago, e il Veneto Valpolicella DOP , che si estende sulla fascia collinare.
«Siamo soddisfatti di come si sta prospettando la stagione, dopo la scarsa produzione dell`anno scorso, anche se ci vorranno ancora circa 35-40 giorni affinché le olive siano pronte ad essere trasformate in olio», dichiara Daniele Salvagno, presidente di Coldiretti Veneto e Verona. «Il settore ha già pagato un conto salatissimo per l`emergenza Covid», precisa Salvagno. «Per sostenerne la ripresa servono provvedimenti immediati con massicci investimenti pubblici e privati, a partire da un piano straordinario di comunicazione».
A livello nazionale si stima una produzione nazionale di circa 287 milioni di chili ri- spetto ai 366 milioni del 2019. L’avvio della raccolta rappresenta comunque un momento importante per una filiera che conta su oltre 400mila aziende specializzate in Italia e il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (43 DOP e 4 IGP), con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive. «I pericoli arrivano a livello internazionale dalla diffirsione di sistemi di etichettatura fuorviante, discriminatori ed incompleti», rimarca Coldiretti che invita a diffidare di prezzi troppo bassi e ad acquistare extravergini DOP e IGP, magari rivolgendosi direttamente ai produttori.
Fonte: L’Arena