La Stampa
La nuova politica agricola europea, Pac per farla breve, è pronta al decollo. Il trilogo tra Commissione Ue, Consiglio (gli stati membri) ed Europarlamento ha chiuso l’altra notte il testo dell’insieme di regole che scandiranno la vita di allevatori e coltivatori a partire dal 2014. Il nuovo passaggio più importante è la riduzione del 5% per i finanziamenti alle aziende che ricevono più di 150mila euro di sostegno comunitario, decisione che però accompagna la caduta della proposta di «capping», ovvero dell’introduzione di un tetto per i contributi comunitari. Serviva a limitare il flusso di denaro a vantaggio delle industrie più grandi.
Che adesso, invece, se la caveranno con uno sconto da ridistribuire alle aziende agricole più piccole. Di conseguenza la riforma dovrebbe avvantaggiare l’Italia, che vanta un gran numero di piccoli agricoltori. Il grosso del compromesso era stato chiuso il 26 giugno, mentre i leader dell’Ue indirizzavano 370 miliardi verso il portafoglio verde con l’approvazione del bilancio 20142020. Il voto in commissione Agricoltura dell’Europarlamento è previsto lunedì, poi si andrà in plenaria. Un rifiuto appare difficile, poiché – in caso di bocciatura – salterebbe l’intesa, e sarebbe quantomeno difficile avviare le erogazioni come previsto. Verdi, Sinistra e liberali sono contro.