Stop al nutriscore, Lollobrigida: una vittoria del nostro Paese. Centinaio: ora passo simile sul vino
L’etichetta della discordia finirà in soffitta o per la precisione la Commissione europea non sembra più intenzionata a estendere il Nutriscore in tutta l’Unione europea. Si tratta del sistema di etichettatura a semaforo per i prodotti alimentari nato in Francia per aiutare i consumatori a capire i valori nutrizionali. E usato anche in Belgio, Germania, Olanda, Lussemburgo, Svizzera e Spagna.
Il sistema a semaforo assegna a ogni alimento un colore in base al livello di zuccheri, grassi e sale contenuti in 100 grammi: il «verde» indica i prodotti sani e il «rosso» quelli da evitare. La scala cromatica è associata a una alfabetica (dalla lettera A alla lettera E che indica i cibi più pericolosi per la salute).
Ma così si dà al consumatore un’informazione che può essere fuorviante: in base a quel sistema ad esempio l’olio extravergine d’oliva è giallo (lettera C) mentre la Coca Cola Zero è verde chiaro (lettera B). Di fatto vengono privilegiati alimenti più sofisticati, a cui sono stati tolti ad esempio grassi o zuccheri. Ma soprattutto non di tutti gli alimenti si consumano 100 grammi.
La Francia ha adottato il Nutriscore nel 2017 e da allora Parigi ha spinto affinché l’UE lo estendesse a tutti i 27 Paesi. L’Italia si è sempre opposta perché la ritiene una forma di etichettatura fuorviante, preferendo lo schema «Nutrinform Battery», ovvero l’indicazione grafica in etichetta della percentuale assunta di energia e nutrienti rispetto alla porzione di consumo consigliata dell’alimento.
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Fonte: Corriere della Sera