Nutriscore, Patuanelli: «L’etichetta è una scelleratezza da fermare e condiziona il mercato». Giansanti: «Le filiere devono digitalizzarsi, certificare anche la sostenibilità».
«Il Nutriscore è un sistema di condizionamento del mercato, non di informazione. È una scelleratezza da fermare. Tutte le iniziative atte a bloccare il Nutriscore sono supportate da parte nostra». A ribadirlo ieri è stato il ministro dell`Agricoltura, Stefano Patuanelli, intervenendo all’assemblea annuale di Confagricoltura. Il suo secco no alle etichette a semaforo appare come un rinforzo a quello messo nero su bianco per la prima volta dalle due più grandi DOP italiane, il Consorzio del Parmigiano Reggiano e quello del Grana Padano. Riunendosi martedì in un Cda congiunto, i due giganti del made in Italy sono infatti scesi direttamente in campo nel definire i Nutriscore «fuorvianti e ingannevoli per il consumatore».
«Siamo certi che questo importante passo possa essere di aiuto al governo», hanno scritto in una nota comune il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, e quello del Consorzio del Grana Padano, Renato Zaghini. E il governo, attraverso Patuanelli, ha dimostrato di raccogliere l’assist.
Anche la Confagricoltura, ieri, nel corso della sua 101esima assemblea, ha posto davanti al governo quelle che considera le priorità del settore, in un momento assai strategico come questo in cui nei ministeri non si dovrà decidere solo la Pac, ma anche l`allocazione dei fondi del Pnrr. «L’agricoltura vuole essere il motore della transizione energetica e ha bisogno di un piano di lungo periodo – ha detto ieri il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Gli imprenditori agricoli possono diventare importanti produttori di energia pulita. Siamo pronti a investire nel fotovoltaico sui tetti e anche a terra, là dove i pannelli non sottraggono spazio alla coltivazione. E siamo pronti a investire anche negli impianti a biometano, che può rendere il trasporto merci più economico e competitivo».
Sull’energia pulita Giansanti ha chiesto al governo anche più semplificazione, così come correttivi per la Pac: «Nel piano di programmazione dobbiamo scrivere che chi oggi ha redditi derivanti da altri settori non può avere gli stessi diritti di chi fa solo impresa agricola», ha sottolineato il presidente, chiedendo che i contribuiti europei per ettaro non siano tutti uguali, ma che si tenga conto di chi è agricoltore professionista e di chi lo fa come seconda o terza attività.
Infine, Confagricoltura vuole spingere sull’acceleratore dell’innovazione e della digitalizzazione: «Il digitale è uno strumento indispensabile della sostenibilità ambientale – ha detto Giansanti per questo le filiere produttive devono digitalizzarsi. Sarebbe bello arrivare anche a un percorso di certificazione della sostenibilità dell’agricoltura nazionale, da spendere come elemento di competitività». Un percorso, quest’ultimo, che il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha definito interessante: «Possiamo raggiungere insieme questa certificazione e poi proporla come un`eccellenza a livello europeo – ha detto intervenendo ieri all’assemblea di Confagricoltura -. Attraverso il Pnrr supporteremo l`agricoltura dal punto di vista della produzione energetica, dell`approvvigionamento idrico e della riduzione della chimica nei campi».
Fonte: Il Sole 24 Ore