Modifiche al disciplinare del Monreale DOP, da 15 vitigni ammessi alle sole varietà tradizionali Catarratto, Perricone e Syrah per preservare un territorio unico.
Un maggiore legame con il territorio grazie alla valorizzazione dei vitigni tradizionali come il Perricone, il Catarratto e il Syrah. È questo il cuore di quella che possiamo definire una svolta per la DOP di Monreale di cui fanno parte aziende che hanno già fatto la storia del vino siciliano (Alessandro di Camporeale, Feudo Disisa , Principe di Corleone, Case Alte, Porta del Vento, Sallier de la Tour (Tasca), Terre di Gratia, Marchesi De Gregorio solo per citare quelle più antiche).
Un territorio vastissimo che si estende dalle porte di Palermo fino al confine con la provincia di Trapani e comprende, giusto per far capire l’importanza, il territorio del Comune di Monreale ma anche quelli di Piana degli Albanesi, Camporeale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Corleone e Roccamena. Il Consorzio della Doc di Monreale, presieduto da Mario di Lorenzo amministratore dell`azienda Feudo Disisa, ha deliberato di cambiare il disciplinare così da 15 varietà ammesse nel precedente disciplinare si è passati ai tre vitigni principale Catarratto, Perricone e Syrah e due secondari per blend ammessi sino al 40% per il Nero d’Avola e l’Insolia per il Catarratto, sempre sino ad un massimo del 40%.
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Fonte: Il Sole 24 Ore – Sud