Distribuzione alternativa e materia prima pregiata per “trasformati”: le esperienze innovative di Clementine di Calabria IGP e Lenticchia di Altamura IGP
Uno dei mutamenti più importanti che si va consolidando in questi ultimi anni, è il rapporto fra sistema delle DOP IGP e industria alimentare la quale mostra un interesse crescente verso produzioni capaci di attirare segmenti di consumatori sempre più ampi e di imporsi sul mercato con prezzi premium. E se già da diversi anni la GDO investe in linee dedicate a prodotti certificati del territorio e l’HORECA propone formule di valorizzazione delle DOP IGP per elevare il prestigio della propria offerta, recentemente diversi grandi brand del settore alimentare hanno stretto accordi con produzioni certificate per vantare agli occhi dei consumatori la scelta di materie prime italiane di qualità certificata. In questo numero di Consortium presentiamo l’esperienza di due produzioni ortofrutticole IGP del sud Italia – Clementine di Calabria IGP e Lenticchia di Altamura IGP – che attraverso un’idea innovativa di packaging per nuove forme di distribuzione (le prime) e una serie di accordi per prodotti trasformati (la seconda), sono riuscite a valorizzare l’Indicazione Geografica promuovendo al meglio percorsi di sviluppo e di crescita della filiera. Due buone pratiche che possono rappresentare un modello di riferimento per molte altre produzioni certificate italiane e che mostrano una volta di più come, anche per le realtà più piccole o con un mercato limitato al proprio territorio di origine, sia possibile individuare nuove strade e progetti innovativi per far crescere tutta la filiera e affermare il prodotto agli occhi di un pubblico più ampio. Servono idee, oltre alla capacità di investire su progetti condivisi e di fare rete: per questo il ruolo dei Consorzi di tutela è determinante e proprio dove essi sono presenti e in grado di assolvere il proprio ruolo di coordinatori, nascono le esperienze di riferimento per tutto il settore.
Clementine di Calabria IGP
Clementine di Calabria IGP nei distributori automatici. Questa l’intuizione di due giovani calabresi, Antonio Braico, geologo, e Francesco Rizzo, filmaker e produttore di Clementine di Calabria IGP, accomunati dall’amore per la terra e i suoi frutti. Stanchi di vedere gli agrumeti in abbandono perché la raccolta non era remunerativa, grazie a un’idea creativa hanno sviluppato un progetto che si è trasformato in una new company di successo, dal nome accattivante: Clementime. Una proposta innovativa e unica: Clementine di Calabria IGP fresche che si presentano come uno “snack” per distributori automatici, attraverso una apposita confezione realizzata con materiale riciclabile. Ogni confezione può contenere due o tre Clementine di Calabria IGP, fresche, intere e con buccia. Sul sito di Clementime questo claim: “L’eccellenza e l’originalità certificata dell’unica e vera Clementina, attraverso i distributori automatici, dall’albero al consumatore”. Pakaging moderno, freschezza e originalità della grafica, ma senza il logo IGP che avrebbe aggiunto valore alla realizzazione di questo progetto: “Purtroppo non è stato possibile autorizzare il logo IGP, anche se vengono utilizzati proprio gli stessi frutti – spiega Giovanni Mastrangelo, direttore del Consorzio di tutela Clementine di Calabria IGP – a causa di una norma relativa al confezionamento presente nel disciplinare, che permette l’utilizzo del logo solo per confezioni di Clementine di Calabria multiple di 500 grammi. Come Consorzio appoggiamo totalmente questa iniziativa, che non può che accrescere l’immagine di questa produzione calabrese di eccellenza e per questo stiamo valutando alcune modifiche al disciplinare di produzione”. Clementime si occupa di selezionare, confezionare e distribuire questo agrume nel mercato “vending” europeo, che utilizza vetrine automatizzate, secondo modalità e strategie assolutamente innovative, raggiungendo il consumatore in modo capillare e funzionale. Le macchine distributrici si possono trovare in ambienti come scuole, palestre, ospedali, centri commerciali, e hanno avuto particolare successo nel centro-nord Italia, in regioni come Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. “Da un anno – racconta Antonio Braico – siamo presenti anche in alcuni Paesi europei come Svizzera, Germania e Austria. Noi forniamo l’eccellenza, il top della qualità del prodotto che si può prelevare dal distributore per una cifra che va dagli 80 centesimi e 1 euro. Se si pensa al prezzo delle Clementine al chilo, può sembrare una cifra eccessiva, ma noi garantiamo che all’interno delle confezioni i consumatori troveranno due o tre Clementine di Calabria IGP fresche, completamente integre e non trattate dopo la raccolta, come se fossero appena colte dall’albero”. La confezione è in cartone per uso alimentare, adatta alla refrigerazione, studiata per aggiungere a un prodotto tradizionale quel giusto appeal che lo rende irresistibile. Come sono andate le vendite in questi due anni di esperienza? “Siamo molto contenti, abbiamo avuto una crescita interessante – continua Braico – da poche decine di migliaia di confezioni vendute nel 2017, abbiamo decuplicato nel 2018 e anche per il 2019 ci aspettiamo buoni risultati”. Da un’idea giovane e creativa, si aprono nuove prospettive per un settore importante per l’economia del territorio. L’innovazione aggiunge vitalità alla tradizione, la cura degli agrumeti tutela il paesaggio e l’ambiente. Le Clementine di Calabria IGP usate da Clementime provengono da agrumeti concimati con sostanze organiche derivanti da un impianto di biomasse.
Lenticchia di Altamura IGP
La Lenticchia di Altamura, dopo essere stata inserita per molti anni nell’elenco dei PAT, ha ottenuto la certificazione IGP nel dicembre del 2017 e in poco tempo ha visto cambiare il suo destino con performance decisamente interessanti. Gerardo Centoducati, docente di igiene e sicurezza degli alimenti all’Università di Bari e direttore del Consorzio di tutela della Lenticchia di Altamura IGP, illustra un quadro piuttosto chiaro: le lenticchie da sole coprono il 50% del volume dei legumi secchi consumati in Italia, ma fino a quattro anni fa solo il 2% delle lenticchie consumate nel nostro paese veniva prodotto in Italia, il restante 98% proveniva dall’estero, da Paesi come Canada, Cina, Turkia e Kazakistan. Nel 2018, grazie alla certificazione della Lenticchia di Altamura IGP, il 20% del prodotto consumato nel nostro Paese era italiano, erodendo un considerevole 18% di mercato estero. “Un risultato incoraggiante – commenta il direttore del Consorzio – in quanto nel 2018, primo anno di certificazione, sono state coinvolte circa 200 aziende nella filiera IGP per 2.100 ettari di coltivazioni”. La storia della Lenticchia di Altamura parte dalla pietra, quella che copre tutto l’altopiano murgiano e che si estende per più di centomila ettari compresi tra la Fossa Bradanica e le valli che portano verso la costa adriatica, ma per quanto coriacea possa essere la terra di Murgia, tanto buoni sono i frutti che vi nascono. “Come Consorzio – continua Centoducati – stiamo dando molto valore al territorio e puntiamo sul trend del consumo made in Italy, temi verso i quali, negli ultimi anni, la GDO si sta dimostrando molto sensibile. Stiamo erodendo il mercato delle importazioni, perchè il nostro è un prodotto essiccato al sole in modo del tutto naturale, secondo la tradizione del sud Italia, cosa che non può essere per le lenticchie che vengono da paesi come il Canada. Il nostro prodotto è anche molto richiesto dall’industria alimentare per prodotti trasformati, settore che mostra interesse crescente nei confronti della Lenticchia.”
È in crescita la gamma di trasformati con Lenticchia di Altamura IGP che spaziano dalla “Birricchia”, alla pasta di legumi gluten free 100%. Ci sono poi i Biscotti con Farina di Lenticchia di Altamura IGP del Biscottificio Di Leo mentre D&D Italia Spa, leader italiano nel settore delle conserve alimentari, produce e commercializza lenticchie cotte in latta ottenute esclusivamente con prodotto IGP. A questi si aggiungono i vasetti in vetro di lenticchie al pomodoro immesse recentemente sul mercato da Fini Modena e “Natur snack”, chips prodotte senza olio e non fritte ottenute da Lenticchia di Altamura IGP lanciate da Crealitalia, leader italiano nella produzione di barrette da prima colazione, in cobranding con Terre di Altamura. Despar Italia e Unes, rispettivamente con i marchi Despar Premium e Viaggiatore Goloso, hanno avviato la vendita di Lenticchia di Altamura IGP in linea premium a marchio del distributore. In procinto di lanciare lenticchie cotte in latta ottenute con prodotto certificato anche Selex, nella sua linea premium Saper di Sapori, mentre da settembre 2019 una delle maggiori aziende italiane di surgelarti immetterà nel mercato due nuove referenze (minestroni- zuppe) con Lenticchia di Altamura IGP. “Il nostro consorzio – conclude Centoducati – è aperto a collaborare con i player dell’agroindustria che vorranno differenziarsi usando tra i loro ingredienti la Lenticchia di Altamura IGP. L’importanza della Grande Distribuzione Organizzata è fondamentale per gli agricoltori consorziati. Un prodotto unico che può essere brandizzato nelle migliori linee premium commercializzate in Italia in un mercato in forte e continua crescita”.
A cura di Elena Conti
Fonte: Consortium 2019/02