Nostrano Valtrompia DOP: il piano di rilancio prevede l’ingresso della Comunità montana o di un altro soggetto
L’impegno e gli investimenti non sono di certo mancati. Ma a sei anni dalla sua istituzione il Consorzio di tutela del Nostrano Valtrompia ha iniziato a incontrare delle serie difficoltà, che potrebbero mettere a repentaglio la sua esistenza.
Situazione. Per questo motivo la Comunità montana ha deciso di mettersi in prima linea per rilanciare la realtà che produce il DOP valtriumplino, attualmente composta da quattro produttori e un affinatore. Un passaggio che dovrà concretizzarsi, dopo la modifica dello statuto del Consorzio presieduto da Mauro Beltrami, con «l’ingresso della Comunità Montana stessa o di un altro soggetto pubblico all’interno della compagine societaria», come spiegato all’interno del protocollo d’intesa sottoscritto tra l’ente valtriumplino e il Consorzio.
Criticità. Nel documento vengono inoltre messe in luce le criticità che hanno portato a questa decisione: «Nonostante gli sforzi profusi da entrambe le parti, ad oggi non si sono raggiunti i risultati attesi, sia in termini di aumento degli aderenti al Consorzio, sia in termini di aumento della produzione del formaggio sottoposto a tutela», si legge nel documento. Oltre a questo aspetto viene spiegato che «il Consorzio sta attraversando una fase di criticità economica, anche connessa a recenti investimenti che impegnano eccessivamente il suo bilancio rispetto alle attuali potenzialità di cassa». Verrebbe da pensare che i recenti investimenti a cui si fa accenno siano relativi alla miniera di stagionatura del Nostrano Valtrompia DOP inaugurata a Graticelle di Bovegno nel 2017. Un’ipotesi che il presidente della Comunità montana Massimo Ottelli prontamente smentisce, in quanto «quell’investimento è stato realizzato da Comunità montana con un bando regionale: il Consorzio ha solo arredato con le scansie e la deumidificazione».
Obiettivi. Il presidente Ottelli conclude spiegando che «l’idea alla base del protocollo d’intesa è di sfruttare il marketing di Comunità montana per tutta l’attività amministrativa, ricerca bandi e promozione: i consorziati facciano i produttori ed aumentino i numeri, non potevano fare uno e l’altro. Hanno tentato ma c’è necessità di fare rete. Il nostro ente non vuole perdere un marchio cosi importante e quindi, con loro, si mette in campo».
Fonte: Il Giornale di Brescia