L’approvazione della ComAgri della bozza di Regolamento, porta numerose novità in grado di produrre sviluppo per il settore IG
L’approvazione all’unanimità, da parte della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo, della bozza di rapporto presentata dal Relatore Paolo De Castro il 20 aprile 2023, rappresenta un passaggio importante verso l’attuazione della riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche. A seguito di questo risultato, l’iter parlamentare prevede l’approvazione finale da parte della Plenaria il prossimo 31 maggio 2023, con l’obiettivo di avviare entro giugno le negoziazioni con il Consiglio, raggiungendo un accordo finale sotto la Presidenza spagnola, nella seconda metà del 2023.
Il passaggio in ComAgri crea per la prima volta un vero testo unico europeo sulle produzioni di qualità, in grado di garantire maggiore allineamento e chiarezza tra tutti i settori, pur salvaguardando le specificità dei comparti. In particolare, è stato fatto uno sforzo per spostare nel Regolamento OCM alcune norme specifiche per il settore vitivinicolo (etichettatura, impegni di sostenibilità, riferimento ai principi generali di protezione). Al contempo sono state unificate nel nuovo regolamento IG per tutti i settori – cibo, vino e bevande spiritose – le norme in materia di procedura, sui gruppi di produttori (Consorzi) e le novità in merito alla protezione rafforzata. Alcune modifiche interessano gli obiettivi stessi della riforma, che includeranno ad esempio la necessità di garantire un reddito adeguato ai produttori di qualità. Il lavoro del Parlamento è stato incardinato principalmente su quattro pilastri di seguito sintetizzati.
1. Rafforzamento del ruolo dei Consorzi.
I Consorzi di tutela che rappresentano il motore di sviluppo delle IG, rimarranno in mano solo ai produttori, con maggiori e migliori responsabilità, tra cui la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del turismo che può rivelarsi un vero volano per lo sviluppo dei territori. Per i criteri di riconoscimento dei Consorzi, sono stati salvaguardati schemi nazionali, come quello italiano, che già funzionano in modo efficace. Agli Stati membri verrà inoltre riconosciuta la possibilità di introdurre sistemi di contributi obbligatori erga-omnes, che prevedano l’obbligo per tutti i produttori di sostenere i costi del Consorzio.
2. Maggiore protezione.
In quest’ambito i principali passi in avanti riguardano la protezione on-line, che dovrà diventare ex-officio grazie a un “alert system” sviluppato da EUIPO, e la protezione quando le IG vengono utilizzate come ingredienti, rendendo obbligatoria l’autorizzazione da parte del Consorzio. Sono state poi eliminate le falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle IG, tramite norme tecniche nazionali, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o addirittura strumenti unionali, quali le menzioni tradizionali, nel caso del Prosek made in Croazia. In particolare, è stata chiarito nella definizione di menzione tradizionale come queste non possano corrispondere o evocare IG riconosciute.
3. Semplificazione e chiarimento del ruolo dell’EUIPO.
Per semplificare davvero l’iter sono stati definiti tempi certi per l’esame della richiesta di registrazione e delle modifiche dei disciplinari delle IG da parte della Commissione, riducendoli a 5 mesi, estendibili di ulteriori 3 solo in caso di giustificazioni circostanziate. Inoltre è stata limitata ulteriormente la lista di emendamenti che devono passare dall’approvazione della Commissione, riducendola solo a quelli che causano reali effetti sul mercato unico. Tutte le altre modifiche dovranno essere gestite esclusivamente a livello nazionale. Verranno quindi ridotti in modo significativo i dossier analizzati a livello europeo e ciò rende non necessario un maggiore coinvolgimento dell’Ufficio europeo sulla proprietà intellettuale (EUIPO), che potrà tuttavia dare un importante supporto consultivo su questioni tecniche e contribuire alla tutela, in particolare tramite lo sviluppo di un registro europeo di tutte le IG nel mercato interno e nei Paesi terzi.
4. Sostenibilità e trasparenza.
Su questo tema, per comunicare meglio ai consumatori l’impegno dei produttori, è stata inserita la richiesta di elaborazione da parte dei Consorzi di un rapporto di sostenibilità – inizialmente su base volontaria – che spieghi ciò che svolgono in termini di sostenibilità ambientale, economica, sociale e di rispetto del benessere animale. Al contempo, è stata eliminata la delega alla Commissione di definire tramite atti delegati le norme di sostenibilità in diversi settori e i criteri per il riconoscimento delle norme esistenti, in quanto ciò andrebbe contro la tutela delle specificità delle singole filiere. Sul tema della trasparenza, strettamente collegato alla sostenibilità, è stato inserito l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto IG il nome del produttore. Allo stesso tempo, per i soli prodotti IGP, sarà obbligatorio indicare in etichetta l’origine della materia prima principale, nel caso provenga da un Paese differente rispetto allo Stato membro in cui si colloca l’areale di produzione.
“Il Parlamento europeo continua a far evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza bisogno di investire alcun fondo pubblico, rafforzando il ruolo dei Consorzi, la protezione di DOP e IGP e la trasparenza verso i consumatori” commenta Paolo De Castro, Relatore della Riforma. “La Dop economy vale quasi 80 miliardi di euro a livello europeo, non si tratta di una semplice questione culturale, ma di un vero patrimonio economico, sociale e politico. Con questo regolamento creeremo un vero testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che rafforzerà tutto il sistema IG”.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2023_02