La Repubblica Napoli
Il Governo Monti dedica alla Campania uno degli ultimi interventi. Blinda la mozzarella degli onesti: c’è una nuova norma antitruffa. I caseifici conservano il marchio Dop anche se producono altri tipi formaggi, ma nella stessa struttura deve entrare solo latte certificato dell’area. Quindi: né padano né estero, meno che mai cagliate congelate della Romania. È un altro giro di chiave per proteggere un fatturato di 500 milioni annui. La notizia, filtrata da Roma, è attesa da 1800 aziende campane, con 380 mila bufale e ventimila posti di lavoro. La mozzarella trai formaggi Dop è il primo nell’export con 71 mila tonnellate. La polemica è scoppiata un mese fa, quando il governo rilanciò un decreto del 2008, firmato dall’allora ministro Luca Zaia. Si pensò ad un tranello del Nord, che da sempre spera di strappare il marchio Dop. Era solo una misura punitiva al cattivo Sud. C’era chi violava il disciplinare (per un chilo di mozzarella, 4 litri di latte fresco munto nelle 60 ore in stalle dell’area) per infilare latte padan o o dell’Est pagato tra 0,50 e 0,80 euro invece che a 1,35. «Le inchieste della magistratura hanno rilevato negli anni una lunga sequenza di raggiri e truffe a danno della mozzarella campana Dop, fiore all’occhiello del patrimonio gastronomico italiano», si legge nel decreto. Ma la nuova norma è diversa, stavolta.