Le Pmi puntano sul welfare: Piattaforme per tutti i dipendenti, Mbo, uffici che sembrano usciti da riviste di design, smartworking. E i più innovatori puntano anche alle stock option e al bonus bebé.
Carenza di giovani. Fuga di cervelli all’estero. Forse, anche un certo disagio nei confronti della grande e media impresa, in una terra disseminata di piccole aziende che spesso sono l’estensione della famiglia e del suo personalissimo codice privato.
Non è facile attirare talenti in una regione come il Veneto; consapevoli di questo, le aziende più lungimiranti hanno sviluppato negli ultimi anni vere e proprie culture di welfare, ben più articolate e raffinate rispetto al semplice aumento degli stipendi, misura quest’ultima necessaria ma non sufficiente oggigiorno per legare a sé i talenti. Che sempre più spesso cercano sul posto di lavoro riconoscimento, valori da condividere e l’occasione per completare la propria personalità, fatta delle esperienze accumulate in azienda ma anche di quelle maturate al di fuori di essa.
Di questo ha cognizione di causa Carlo Perini, manager con alle spalle un importante passato in ambito fashion & luxury e oggi presidente nonché Amministratore delegato di Csqa, importante realtà nell’ambito della certificazione di prodotto, le cui attività sono coordinate dalla sede centrale di Thiene, in provincia di Vicenza.
Un’azienda leader a livello nazionale, operante (non solo) nel settore agroalimenture, come ben riassunto dal fatto che oltre il 60% dei prodotti presenti sulle tavole italiane passano attraverso la certificazione Csqa.
Domanda, Qual é il vostro contesto aziendale?
Risposta. Siamo un’azienda di servizi; non abbiamo macchinari, il nostro capitale sono le persone, quasi 300 dipendenti giovani, perché l’età media è 38 anni e se non consideriamo il top management, l’età si abbassa ulteriormente; tanti uomini quanto donne.
D, Come si fa crescere il capitale umano?
R. Abbiamo capito da tempo l’importanza di porre attenzione su quello che tecnicamente viene chiamato bene intangibile. Che poi in realtà intangibile non è, in quanto è appunto capitale umano. Quanto esso sia prezioso, lo si comprende dalle difficoltà che si hanno sempre più spesso nel reperire personale, trovare talenti e trattenerli poi in azienda, come confermato dalle statistiche che quantificano l’incremento di simili difficoltà dal 20% all’80% negli ultimi anni.
Fonte: Milano Finanza