Alessandro Bottallo, segretario di Confagricoltura zona di Alba dichiara che sono oltre 28mila gli ettari coltivati a nocciolo in Piemonte, quasi 17mila in provincia di Cuneo e oltre 90mila in tutta Italia.
Purtroppo sono numerose le difficoltà che negli ultimi anni hanno colpito la coltivazione, con il rischio di perdere migliaia di ettari di coltivazione: tra questi i cambiamenti climatici e l’insorgenza di nuove fitopatologie.
Confagricoltura Cuneo esprime grande preoccupazione per la crescente scarsità del raccolto di nocciole nella provincia di Cuneo. Negli ultimi tre anni, le rese non sono state all’altezza delle aspettative, compromettendo la sostenibilità economica del settore con il rischio di mettere sempre più in difficoltà un intero areale. Le cause principali di questo calo significativo sono riconducibili, in primo luogo, ai cambiamenti climatici che hanno caratterizzato le ultime stagioni.
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Problemi evidenziati anche dal Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della Nocciola Piemonte IGP. La produzione in Alta Langa è praticamente azzerata o ridotta ai minimi termini e in certi casi è antieconomico raccogliere il prodotto. In altri areali la produzione è scarsissima. Dal punto di vista agronomico a incidere è stata una mancanza di freddo nel periodo invernale: la Tonda Gentile, infatti, è la varietà che necessita di più ore di freddo per indurre la fioritura.
Prova ne è che altre varietà messe a dimora come impollinatori hanno avuto meno problemi. In secondo luogo, la cascola fisiologica è stata accentuata da fattori di stress nei mesi di maggio-giugno a causa delle abbondanti precipitazioni. Una delle possibili soluzioni è puntare su noccioleti più giovani e in piena vigoria, con terreni ricchi di sostanza organica, con maggiore resistenza al fenomeno della cascola. Bisogna dunque favorire reimpianti di noccioleti obsoleti seguendo particolarmente la situazione nutrizionale, attuando programmi di fertilizzazione mirata in base alle situazioni dei singoli terreni. Non va ignorato che l’enorme quantità di acqua caduta in primavera ha provocato fenomeni di dilavamento di elementi nutritivi e traslocazione a parti più basse del terreno non accessibile a una radice superficiale come quella del nocciolo.
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Fonte: Agen Food