Oltre novanta comuni dei Cuneese e dell’Astigiano hanno dichiarato guerra al Mipaaf per salvare marchio e business della preziosa Nocciola del Piemonte IGP. Tutti insieme hanno depositato un ricorso al Tar perché dal Registro nazionale delle varietà di piante da frutto, sia cancellata, tra le tipologie di nocciola, la «Tonda Gentile delle Langhe». Quella definizione che era stata faticosamente abolita perché consentiva ai coltivatori di produrre le nocciole più pregiate procurandosi le piante delle Langhe piantandole, però, ovunque nel mondo. Secondo i produttori autoctoni si tratta di un inganno per i consumatori si tratta, e di un furto di identità per l’Alta Langa.
Le piccole amministrazioni locali sono in subbuglio da settimane intorno a questa vicenda, precisamente da quando, il 4 ottobre 2016, il Ministero ha attivato il «Registro nazionale delle varietà delle piante da frutto ammesse alla commercializzazione», recependo una normativa europea. Ma, dicono i sindaci, anziché tutelare il prodotto italiano più pregiato, la Nocciola del Piemonte IGP, il governo ha sconfessato una battaglia durata anni. E con l’introduzione del “sinonimo proibito” nell’elenco dei frutti in commercio, minaccia ora il business della coltivazione di nocciole piemontesi, il frutto più richiesto nella produzione industriale di dolci. Frutto che, se di qualità selezionata, può valere da 500 a 1500 euro al quintale sul mercato delle grandi forniture per le azienda.
Da aprile a ottobre i produttori piemontesi si sono fatti sentire a Roma per chiedere un passo indietro ma la trattativa con il Ministero non è andata a buon fine e, il 28 dicembre, gli oltre novanta tra comuni e produttori e associazioni del territorio, hanno incaricato gli avvocati Vittorio Barosio, Serena Dentico e Roberto Ponzio di depositare il corposo ricorso. Compresa l’istanza di sospensiva immediata della validità dell’elenco, per impedire che da qualche parte, fuori dal Piemonte, qualcuno inizi a piantare le preziose piantine potendo poi, tra cinque anni, dichiarare illegittimamente che i frutti sono tonde gentili delle Langhe, mentre in realtà provengono da chissà dove. Se il ricorso non sarà accolto tutti i produttori, tranne quelli piemontesi che hanno eliminato la definizione dal disciplinare della Nocciola del Piemonte IGP, potranno vendere nel mondo la Tonda Gentile delle Langhe.
Fonte: La Repubblica Torino