Ferma la posizione del Consorzio vini Colli Euganei DOP: i cinghiali sono una piaga biblica e il Parco regionale dei Colli Euganei è un carrozzone, ma il piano di dimagrimento dell’area protetta proposto dal consigliere Sergio Berlato non è accettabile. A bocciare l’emendamento, seppur con le premesse di cui sopra, è il presidente del consorzio dei produttori di vino delle colline padovane, Emanuele Calaon. “Il piano incontra il parere favorevole nel territorio, perché andrebbe a risolvere il problema premette Calaon – ma ne creerebbe molti altri”.
L’assenza di un’area protetta, infatti, o la sua riduzione, spaventano non poco il comparto. “Senza Parco noi produttori, che valorizziamo i prodotti del territorio – spiega il presidente del Consorzio – avremmo un danno gravissimo. Basti pensare che poche settimane fa abbiamo istituito il biodistretto dei Colli Euganei e già in alcune zone la coltivazione bio è del 10 per cento. Noi abbiamo intenzione di far crescere questo settore, ma questo è possibile solo in un territorio tutelato dal punto di vista ambientale”.
Il timore dei coltivatori e dei produttori vinicoli, che si concentrano nella fascia sud del comprensorio collinare, è che nel portone spalancato dall’emergenza cinghiali si infilino molte altre situazioni sparite dagli Euganei da decenni. Qualche esempio? Cave, colate di cemento, inceneritori e altre attività che poco hanno a che fare con l’immagine di un territorio votato all’eccellenza enogastronomica. “Detto questo, però – sottolinea Calaon – va ribadito che gli ungulati sono un enorme problema, abbiamo avuto danni altissimi anche quest’anno. E va detto pure che il Parco inteso come ente così come è concepito non funziona per niente. Ma siamo certi che con la volontà politica la soluzione si possa trovare”. Anche le aziende consorziate vedono nella caccia in deroga, o in uno degli altri sistemi che permettano l’avvio di pratiche venatorie temporanee in zona Parco, la soluzione alla piaga.
Fonte: il Gazzettino di Padova