Tornano all`attacco, le multinazionali che vogliono rendere obbligatoria in Europa l`etichetta a semaforo tanto contestata dal made in Italy agroalimentare. Ieri la svizzera Nestlè ha fatto recapitare una lettera a Stella Kyriakides, la commissaria europea per la Salute e la Sicurezza alimentare, per chiedere che il Nutriscore diventi il sistema di etichettatura nutrizionale obbligatorio in tutta l`Unione europea. Nutriscore è un sistema con codice colore che classifica alimenti e bevande in base al profilo nutrizionale e attualmente è applicato solo su base volontaria. Si basa su un punteggio che va da A (contraddistingue la scelta più sana) a E (meno sana). Nella lettera Nestlè sostiene di essersi fatta portavoce di un gruppo più ampio di stakeholders, che comprende associazioni di consumatone accademici, membri del Parlamento europeo e altri esponenti dell`industria alimentare.
Nel 2019 Nestlè ha annunciato l`implementazione del Nutri-Score in Austria, Belgio, Francia, Germania e Svizzera: il 16% dei cereali per la colazione Nestlé in Francia ha ottenuto “A” o “B” nel 2019. Ai sistemi di etichettatura a semaforo si è da sempre opposta con gran forza l`Italia: molto del made in Italy alimentare, infatti, rischia con questo meccanismo di ottenere semaforo rosso, dal Parmigiano Reggiano DOP fino all`olio extravergine di oliva, dato il loro contenuto di grassi e sali. Per questo le associazioni dei produttori e il mondo della politica da tempo fanno pressione a Bruxelles contro il Nutriscore: «La nostra posizione è sempre stata quella di valorizzare le diete e non i singoli prodotti – dice Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, tra i più grandi accusatori del meccanismo dei semafori -. Non esiste, cioè, un prodotto che fa male in sé, esistono solo quantità troppo elevate e diete che fanno male».
Nei mesi scorsi l`Italia aveva portato a Bruxelles una propria proposta di etichetta alternativa, cosiddetta a “batteria”. «Ora però la posizione del nostro Paese si è complicata – ammette Vacondio – perché l`Unione europea ha deciso di inserire la questione delle etichette nutrizionali all`interno di un discorso più ampio, quello della strategia From farm to fork che mette al centro la sostenibilità delle produzioni alimentari». Il rischio, per il made in Italy alimentare, è quello non solo di sentirsi dire che è troppo ricco di grassi o di sali, ma anche che è poco sostenibile dal punto di vista dell`impatto ambientale. Insomma, per le eccellenze agroalimentari italiane la strada si fa in salita.
Sempre in tema di regolamenti europei, ieri non è passato ai voti della Commissione agricoltura del Parlamento Ue l`emendamento 448 del Regolamento transitorio della PAC, che avrebbe semplificato la trasformazione dei Consorzi di tutela delle DOP in OP, dando loro la possibilità di decidere i prezzi dei prodotti. Ma soprattutto, il voto di ieri in Commissione ha rimandato la riforma della Pac al 31 dicembre 2022, prorogando i fondi europei attuali. La posizione adottata oggi dalla Commissione agricoltura con il voto da remoto dovrà essere negoziata con il Consiglio Ue: l`obiettivo è di arrivare a un accordo entro il 30 giugno.
Fonte: Il Sole 24 Ore