L’esempio virtuoso della Val di Cembra e dei produttori trentini. Un modello di sviluppo sostenibile che consente di scongiurare l’abbandono delle terre delle aree interne
Lo scorso giugno è avvenuto un passaggio importante, la pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità, una ripartenza e un progetto – più che un traguardo – voluto dal Consorzio dei Vini del Trentino, capofila in Italia con una certificazione territoriale che interessa il 95% del vigneto e 5.700 aziende.
“Quasi tutte le aziende e soprattutto le cantine sociali – ci racconta il presidente Pietro Patton – tornano a dare attenzione ai vitigni autoctoni. Dobbiamo continuare a valorizzarli, ma c’è bisogno di areali dedicati con caratteristiche microclimatiche favorevoli, per questo dobbiamo migliorare il sistema di zonazione”.
Il bilancio di sostenibilità è una triplice fotografia del territorio – economica, sociale e ambientale – che mette a confronto e in relazione vari strati e livelli informativi (i disciplinari di produzione, costi e benefici della produzione di vino, le ricadute per le economie locali, etc), ma da solo non basta senza un’attenta cura dell’ambiente, come fanno i produttori e i piccoli viticoltori presidiando un paesaggio che altrimenti sarebbe abbandonato in una zona difficile come la montagna.
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Fonte: Terra e Vita