Agrisole
Chi froda paga. È questo il principio ribadito dal provvedimento «Campolibero» varato dal Governo sulla produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop. In un colpo solo è stata resa obbligatoria per tutta la filiera la tracciabilità del latte, abrogata la regola del doppio stabilimento (uno per la mozzarella l’altro per la ricotta e gli altri formaggi), inasprita la sanzione per chi viola le regole. Insomma, Campolibero non prevede solo la tracciabilità del latte ma la tracciabilità obbligatoria dell’intera filiera, ossia dalla produzione del latte al trasporto passando per la trasformazione fino a raggiungere i banchi di vendita. Il decreto, inoltre, prevede che la mozzarella di bufala possa essere prodotta nello stesso caseificio, sebbene in spazi differenti, in cui avviene l’eventuale produzione di altri tipi di formaggi e solo con latte di bufala controllato e idoneo per la produzione di mozzarella di bufala a denominazione d’origine. «Esprimiamo grandissima soddisfazione per l’approvazione del decreto Campolibero – ha sottolineato Alessandro Mastrocinque, presidente della Cia regionale campana -.
Finalmente si fa chiarezza su un comparto di primaria importanza per l’economia del paese fino a oggi ostacolato da eccesso di norme e burocrazia. Abbiamo fortemente voluto, e ottenuto, l’inasprimento delle sanzioni e la tracciabilità obbligatoria per l’intera filiera del latte. Dunque non solo la sanzione amministrative per chi non rispetta le regole delle produzioni di qualità e delle Dop ma anche multe e penali che possono portare anche alla chiusura dello stabilimento». «La nostra preoccupazione – hanno affermato Raffaele Puoti e Tommaso De Simone, presidenti di Confagricoltura e Coldiretti di Caserta che hanno firmato un documento congiunto anche con Cia e Confindustria – era fermare lo scadimento del valore intrinseco della mozzarella Dop. Bisogna, invece, garantire che tale prodotto è frutto della trasformazione del solo latte dell’area Dop e lavorato secondo quanto stabilito dal relativo Disciplinare di produzione. Fino a oggi non esisteva una tracciabilità dell’intera filiera che è una garanzia e tutela per l’allevatore, il trasformatore e il consumatore finale. Il dato imprescindibile è che nell’opificio entri solo latte dell’areale Dop. E fatto assoluto divieto detenere e utilizzare latte di altre specie e di altre provenienze. I caseifici che si riforniscono esclusivamente di latte di bufala dell’areale Dop, possono produrre mozzarella Dop e anche altri formaggi e preparati derivati dal latte di bufala dell’areale Dop». La querelle sul doppio stabilimento nasce nel 2008 con il ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, promotore di «Misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare » che, tra l’altro, introdussero l’obbligo anche per le piccole aziende artigianali di dotarsi di due caseifici: uno da dedicare esclusivamente alla produzione di mozzarella Dop e l’altro per ricotta ed altri formaggi. Un’iniziativa immediatamente bocciata da produttori e Consorzio di tutela che ora trova soluzione nel decreto Campolibero.