Dopo il riconoscimento della Denominazione di origine Mozzarella di Gioia del Colle DOP, decretata il 10 dicembre dello scorso anno dal Ministero per le Politiche Agricole, è nato ieri il Consorzio di tutela. Tra i soci fondatori e le aziende aderenti vi sono trasformatori, allevatori e cooperative del territorio. Tutti hanno contribuito alla stesura del disciplinare che riprende le buone pratiche per la produzione di questo prodotto di eccellenza.
Presidente del consorzio è stata nominata Claudia Palazzo, dell’omonima casa casearia putignanese, suo vice Pietro Laterza di Putignano. Il consorzio si occuperà della valorizzazione e della promozione di questo straordinario prodotto. L’aver unito, in un progetto consortile, diversi produttori e trasformatori viene considerato uno dei miracoli di questa iniziativa, che nasce in piena pandemia in un territorio nel quale le iniziative consortili sono sempre più rare e molte sono anche naufragate.
“Verissimo – commenta Stefano Genco, 71enne, ex allevatore di Putignano, tra i promotori della DOP ai tempi della sua presidenza del GAL dei Trulli e delle Grotte – per questo consideriamo questo giorno storico per il settore zootecnico e lattiero caseario del territorio. Il Consorzio di tutela è senza dubbio un traguardo raggiunto grazie alla coesione ed alla lungimiranza delle aziende di produzione e trasformazione che, insieme a noi, hanno lavorato alla definizione del disciplinare per valorizzare un prodotto che rappresenta un’eccellenza del nostro territorio e che meritava il riconoscimento finalmente ottenuto”. “Un esempio che dimostra – prosegue Genco – che quando le strutture si mettono al servizio del territorio e credono fortemente che crescita e sviluppo siano possibili attraverso creazione di reti e sinergie produttive, i risultati arrivano. Siamo particolarmente orgogliosi del percorso intrapreso e che ha portato a questo importantissimo riconoscimento”.
La Mozzarella di Gioia del Colle DOP si ottiene esclusivamente da latte intero crudo di vacca ed è caratterizzata da una tecnologia di produzione basata sull’impiego di siero-innesto autoctono. Il latte proviene da 16 comuni della provincia di Bari, 6 del tarantino e 1 della Basilicata.
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno