Ci sono lavori che, ancora oggi, sono spesso considerati “una cosa da uomini”. Ma la parità dei sessi, per fortuna, è diventata una consapevolezza diffusa davanti a cui non è più possibile chiudere gli occhi e sono sempre di più le ragazze e le donne che si affacciano in settori del mondo del lavoro dove le quote rosa fino a poco tempo fa erano un miraggio. Ragazze coraggiose che non si fanno distrarre dalle mode del momento, in tema di professione, e che superano le iniziali diffidenze di amici e colleghi per seguire la loro passione. È il caso delle due aspiranti casare che hanno preso parte, per la prima volta in Italia, al terzo corso della Scuola di formazione lattiero-casearia (riconosciuta dalla Regione Campania) del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP.
“Anche quest’anno – spiega Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio – abbiamo voluto investire sulla formazione perché i livelli qualitativi del prodotto si ottengono attraverso una giusta conoscenza delle fasi di produzione e delle caratteristiche”. Con cinque mesi di lezioni, per un totale di 600 ore di corso pratico e teorico, gli studenti imparano tutto quello che c’è da sapere sulla Mozzarella di Bufala Campana DOP e, stando ai dati del consorzio, 9 su 10 trovano lavoro. “Investire sui giovani è importante anche per il futuro del Paese – sottolinea Saccani – e il 35 per cento dei lavoratori dei caseifici ha meno di 32 anni, uno stimolo per formare nuove leve è importante”.
Nelle prime due edizioni del corso gli studenti erano tutti uomini, 27 giovani che sono entrati in possesso della qualifica di casari di Mozzarella di Bufala Campana DOP. Quest’anno gli iscritti sono undici e provengono da ogni parte d’Italia (Sicilia, Calabra, Trentino, Molise, Lazio, Puglia e Campania). La novità, però, sta nella composizione della classe: per la prima volta due studentesse sono donne, la diciannovenne Francesca Garofalo e Erminia Ciavoli, trentanovenne di Nola.
“Il mio sogno – ammette Francesca, che vive a Grazzanise, in Campania – è di lavorare nel settore produttivo. La vita in un caseificio è dura, piena di sacrifici, ma la mozzarella di bufala fa parte della mia quotidianità e della storia della mia famiglia”. Il nonno di Francesca, infatti, aveva un’azienda di bufale e il padre ha intrapreso la strada della produzione della mozzarella dando vita al caseificio La Contadina. “So quanti sacrifici ha fatto, il lavoro di notte per garantire la produzione e gli stipendi ai 70 dipendenti. Papà ha sempre lavorato con una passione che poi è stata ripagata dal successo del caseificio.”
Un’azienda di famiglia che Francesca Garofalo vuole portare avanti e così, mentre ha intrapeso la vita da universitaria iscrivendosi alla facoltà di Scienze biologiche, ha deciso che, dopo la laurea, prenderà le redini del caseificio. “Ma prima – chiarisce – devo sapere tutto quello che c’è dietro a una Mozzarella di Bufala Campana DOP e per questo ho deciso di iscrivermi al corso di formazione”. Ma la vita da donna casara non la spaventa? “No – dice – perché è quello che ho sempre sognato di fare e che ho sempre vissuto in famiglia. Farò dei sacrifici, certo, ma quale lavoro non comporta fatica.”
E così, dal caglio del latte alla filatura, fino alla mozzatura, Francesca Garofalo e l’altra ragazza iscritta al corso, Erminia Ciavoli, impareranno tutti i segreti di una treccia e di un ovolo di mozzarella. “Dopo la laurea in Ignegneria industriale sono stata assunta alle Fattorie Garofalo di Capua. Mi occupo del controllo dei metodi di produzione, ma non può prescindere dalla conoscenza di quelle fasi ed è per questo che frequento le lezioni del Consorzio”.
Motivi diversi per due donne che hanno scelto una professione prima solo al maschile. Due donne casare che apriranno la strada a una professione destinata a diventare rosa.
Fonte: la Repubblica