Montecucco DOP, vino di qualità e un territorio tutto da scoprire: la giovane denominazione si candida a diventare una destinazione enoturistica di eccellenza
Un vino con un presente di qualità e un futuro dal grande potenziale. Il Montecucco DOP cresce, nei numeri e nel valore, e punta a far sentire sempre più la voce della sua denominazione nel ricco e blasonato panorama dei vini toscani. Inserito tra la Maremma Toscana e le pendici del Monte Amiata, il Montecucco si colloca tra le DOP del Brunello di Montalcino e del Morellino di Scansano. In un’area che offre grandi potenzialità per la produzione di vino e che si candida a diventare col tempo una destinazione enoturistica di eccellenza.
Nel territorio della Docg Montecucco la vite e l’olivo sono da sempre due pilastri dell’economia locale e attraverso il lavoro dell’uomo sono diventati elementi imprescindibili del paesaggio, fatto di vigneti e colline, di borghi medievali ben conservati e di realtà agricole moderne. Un territorio dalla grande biodiversità, che nel corso dei secoli è stato preservato, tutelato e sapientemente arricchito. Sono molte infatti le aziende del Consorzio Tutela Vini Montecucco, ben integrate nel paesaggio, che hanno conservato e tramandato la vocazione agricola e non solo vitivinicola del territorio.
Consorzio Tutela Vini Montecucco: i numeri
La DOP Montecucco è nata ufficialmente nel settembre 2011 e da disciplinare prevede che il vino venga prodotto esclusivamente con le uve coltivate nei 7 comuni della denominazione di origine controllata e garantita: Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano.
Il Consorzio di Tutela Vini Montecucco è stato fondato invece nel 2000 e attualmente raggruppa 68 aziende produttrici per oltre 500 ettari di vigneto su una superficie vitata di 750/800 ettari e oltre 1,2 milioni di bottiglie su una produzione complessiva di 1,8 milioni l’anno. Dati destinati a crescere in futuro se si considera il potenziale produttivo del Montecucco: se tutti i vigneti fossero dedicati alla DOP potrebbe sfiorare i 5,5 milioni di bottiglie.
Le aziende produttrici stanno inoltre adottando sempre di più l’agricoltura a conduzione biologica (alcuni anche biodinamica), che raggiunge ormai circa il 70% della produzione di tutta la filiera.
Fonte: Informacibo